Risultati positivi dai test dello Jenner Institute in collaborazione con l'azienda italiana Irbm. Incoraggianti anche gli esiti del lavoro della cinese CanSino
Il vaccino contro il coronavirus dello Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione dell'azienda biotech italiana Irbm di Pomezia, "ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56/mo giorno della sperimentazione in corso". Il risultato è pubblicato sulla rivista Lancet. Si tratta di risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 di sperimentazione che ha coinvolto 1.077 adulti sani, ma Oxford ha già iniziato i test di fase tre.
Poiché l'epidemia è molto diminuita in Gran Bretagna, i test sono in corso soprattutto in Brasile. I risultati di questa ulteriore sperimentazione sono attesi per agosto-settembre, quando le prove avranno coinvolto circa 10 mila persone: un numero sufficiente per dare una risposta anche sulla sicurezza, oltre che sull'efficacia del vaccino.
La previsione sui tempi
Una prima somministrazione, limitata alle categorie più a rischio, potrebbe iniziare se non ci saranno contrattempi a ottobre. Per l'inizio dell'anno prossimo si potrebbe prevedere una distribuzione più allargata.
Italia, Francia, Germania e Olanda a metà giugno hanno già firmato un accordo per ottenere 400 milioni di dosi con la casa produttrice, l'inglese AstraZeneca. "Serve ancora tempo e prudenza. Ma i primi riscontri scientifici sul vaccino dell'Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni sono incoraggianti. L'Italia, con Germania, Francia e Olanda, è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Continuiamo ad investire sulla ricerca scientifica come chiave per sconfiggere il virus". Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Risultati positivi da secondo vaccino
Su Lancet sono stati pubblicati gli esiti positivi anche di un secondo vaccino, prodotto in Cina dalla CanSino e in corso di somministrazione ai soldati dell'Armata Rossa.
I due prototipi di vaccino sono i più avanzati al mondo, al momento, fra i circa 150 gruppi al lavoro per trovare un'immunizzazione contro il Covid.
Sia il gruppo di Oxford che quello di CanSino si basano sul modello del vettore virale: al genoma di un adenovirus che normalmente causa un raffreddore viene aggiunto un frammento di Dna che codifica per la produzione della spike: la punta della corona del coronavirus. Quando l'adenovirus viene iniettato nell'organismo, si diffonde fra le nostre cellule e ordina loro di produrre le spike. Le punte della corona fungono da antigene: scatenano il sistema immunitario senza causare alcuna malattia. Se all'organismo capiterà di infettarsi, incontrando il coronavirus intero, le nostre difese saranno capaci di riconoscerlo e combatterlo.