Sette nuovi contagi sono nel Leccese, sei nel Foggiano. C'è anche un ulteriore decesso
Tornano a salire i contagi da Coronavirus in Puglia. Oggi secondo il bollettino diffuso dalla regione ci sono ben 13 nuovi casi in 24 ore su 1901 tamponi: 7 nel Leccese e 6 in provincia di Foggia. C'è anche un decesso, nel Foggiano.
In relazione al focolaio in provincia di Foggia il direttore della Asl Vito Piazzolla dichiara:
“Un focolaio di COVID-19 è stato accertato in un comune della provincia di Foggia. Al momento risultano positive 5 persone.
Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della ASL Foggia si è immediatamente attivato per ricostruire la catena dei contatti ponendo in isolamento domiciliare circa 60 persone. È in corso l’esecuzione dei tamponi, una parte dei quali ha già dato esito negativo. Su tutte le persone interessate è stata attivata la sorveglianza sanitaria prevista dai protocolli ministeriali e regionali che consentirà di monitorarle giornalmente a domicilio. Al momento, sia le persone positive che i contatti sono asintomatici”.
Con riferimento ai casi positivi della provincia di Lecce il direttore generale della Asl Rodolfo Rollo dichiara:
“Allo stato attuale nella provincia di Lecce, ai 5 casi d'importazione da Paesi extracomunitari si aggiunge un focolaio di 7 casi sviluppati attorno ad un sanitario attualmente ricoverato. I nuovi casi positivi erano già in isolamento in quanto contatti stretti del caso indice. A seguito delle nuove positività il Servizio di Igiene Pubblica ha esteso l'indagine epidemiologica per tracciare i contatti e circoscrivere il focolaio”.
LOPALCO: FERMARE VIRUS PRIMA DELL'AUTUNNO - «Il virus continua a circolare a bassa intensità, ma circola. Proviamo a scoppiare quanti più palloncini possibile, prima che arrivi l’autunno». Lo scrive su Facebook l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force per l’emergenza Coronavirus della Regione Puglia. Lopalco analizza la situazione italiana utilizzando la metafora dei palloncini: «Dove andranno a finire i palloncini...si interrogava Renato Rascel nel famoso ritornello. E noi ci poniamo una domanda non banale: ma l’estate, che fine fanno i virus del raffreddore?» «Non vi nascondo che la risposta è complicata - premette - e credo che la pandemia di Covid-19 ci aiuterà a dare risposte più robuste. Sulla stagionalità dei virus respiratori esistono pochi dubbi. Il raffreddore, del resto, si chiama raffreddore per un motivo. In inglese lo chiamano 'cold’, più chiaro di così. È dunque una malattia legata alla stagione fredda. Il freddo, che predispone ad inoculi virali più consistenti, insieme alla ripresa delle attività al chiuso, fanno aumentare la circolazione e l'espressione clinica di questi virus», spiega. «Quello che osserviamo ora in molte regioni italiane rispetto all’epidemia di Covid-19 è che l’attività locale del virus si è praticamente spenta».