lunedì 25 novembre 2024


31/08/2020 17:41:03 - Maruggio - Attualità

L’episodio si è verificato ieri pomeriggio, intono alle 16,30, nel tratto di spiaggia antistante il complesso “Giannarelli”

 

Il mare estremamente agitato ha rischiato di fare una vittima ieri pomeriggio a Campomarino. Le onde alta e la risacca stavano per costare la vita ad un ragazzo che ha voluto sfidare incautamente la tempesta. Provvidenziale l’intervento di Vincenzo Di Manzo, che in quel momento si trovava in spiaggia. E’ proprio lui a raccontare l’epidosio.

«Intorno alle 16,30 di ieri io e mia moglie decidiamo di scendere a mare giù dalla zona del compresso “Giannarelli”. La spiaggia era abbastanza affollata di gente, nonostante il mare in tempesta» racconta Vincenzo Di Manzo. «Onde alte circa 120 cm, con una risacca impressionante.

Ad un certo punto mia moglie si è accorta che un ragazzo ha iniziato ad urlare e a chiedere aiuto. Mi sono girato e ho notato che in acqua si vedeva appena la testa per quanto erano alte le onde. In mare non c’era nessun altro. Tutti guardavano verso questo ragazzo. A quel punto non ho pensato due volte; con un po' d'esperienza, dopo 40 anni di Marina e tanti corsi fatti, mi sono tuffato, ma non nascondo che era difficilissimo raggiungere il ragazzo: era molto distante dalla battigia (circa 70 metri e ad una 40ina di metri da dove si toccava).

Ad un certo punto, vedendolo annaspare, gli ho urlato di girarsi sul dorso e mettersi in posizione di morto il modo che le onde lo trasportassero verso di me. A quel punto ho nuotato quanto più in fretta possibile e l’ho raggiunto. Sono riuscito a mettere il mio braccio sotto il suo ed ho iniziato a nuotare verso riva, con grande difficoltà perché facevamo un metro verso riva e due indietro. Comunque piano piano siamo arrivati al punto di “tocco non tocco” mi sono messo dietro di lui per spingerlo verso riva.

Non nascondo che ho bevuto un bel po' d’acqua ma ce l’abbiamo fatta.

Un consiglio ai bagnanti che si trovano in spiaggia in quelle occasioni: capisco la paura, ma se c’è uno in mare che sta annegando ed un altro che sta cercando di aiutarlo, due cose bisogna fare.

Una chiamare subito Capitaneria e 118, secondo fare una catena umana dove si tocca per recuperare le persone.

Questo ragazzo era solo, mi ha ringraziato, poi si sono avvicinati gli altri, accertato che stava bene dopo un po' è andato via».











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