Non prenderanno servizio fino a quando il tampone non darà esito negativo
Quasi il 50% del personale della scuola, ovvero 500mila tra docenti e non docenti, ha svolto il test sierologico per il Covid 19 e di questi il 2,6% - cioè circa 13mila persone - è risultato positivo e non prenderà servizio fino a quando il tampone non darà esito negativo. I dati arrivano dall'ufficio del Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri che aveva avviato nelle settimane scorse la campagna con la distribuzione di 2 milioni di test agli istituti scolastici.
Il dato, inutile girarci intorno, solleva più di un dubbio sull'inizio della scuola: è stato diffuso dal Tg1, e non tiene nemmeno conto dei 200mila tra docenti e non docenti del Lazio in quanto la regione sta operando in maniera autonoma. Fino a ieri la regione più virtuosa era la Lombardia, con il 70% di test effettuati mentre all'ultimo posto c'era la Sardegna con solo il 5% del personale che si è sottoposto ai test. Entro le prossime due settimane si prevede che la percentuale possa salire a livrello nazionale al 60-70%.
In alcune regioni il ritardo negli esami è stato dovuto alla difficoltà di reperire medici che facciano il test nei loro studi. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito di alcuni operatori della scuola che non vogliono sottoporsi ai test sierologici, ha messo in chiaro che la strada intrapresa è invece quella giusta
«Va rafforzata la moral suasion perché vengano effettuati i test, ma la scuola riaprirà in sicurezza. In quelle circostanze dove il sistema non è ancora pronto si potrà aspettare quattro o cinque giorni per partire in totale sicurezza».
Non significa 13mila persone positive al Sars-CoV-2, chiariamolo nuovamente: essere positivi al test sierologico significa esserne entrati in contatto in precedenza. I 13 mila ora dovranno osservare un periodo di isolamento in attesa dell’esito del tampone. Chi risulterà negativo potrà tornare in servizio.