La donna, una 59enne di Ostuni, è ora fuori pericolo
Una donna si è presentata al Pronto Soccorso dell’ospedale di Ostuni con un’intossicazione da funghi. È stato subito contattato l’esperto reperibile del Centro di controllo micologico, attivo dal 1998 nel Dipartimento di Prevenzione della Asl di Brindisi e diretto da Liborio Rainò.
Il micologo ha effettuato un’indagine epidemiologica volta a identificare la specie fungina responsabile dell’evento. Sono stati sottoposti alla visione del tecnico della prevenzione funghi simili a quelli che hanno causato l’intossicazione, riconosciuti come Boletus Satanas, il cosiddetto “porcino malefico”, Boletus Rhodoxantus e Leccinum. A quel punto, in collaborazione con il Centro Antiveleni, è stata disposta la terapia corretta. La donna, una 59enne di Ostuni, è fuori pericolo. A raccontare i dettagli dell’episodio Gianpaolo Amatori, micologo del Centro di controllo.
“Ieri mattina – dice - il marito della donna, come fa da anni, è andato a raccogliere funghi nel bosco ostunese di San Biagio, e li hanno poi preparati sott’olio. Questa volta l'imperizia ha colpito e i funghi hanno intossicato la moglie del raccoglitore, che ha manifestato tremori con brividi di freddo, vomito e diarrea. Le prime piogge che fanno seguite a giornate calde e umide favoriscono la fuoriuscita dei funghi. Quello di ieri - continua Amatori – è stato il secondo caso in questa stagione e non sempre va a finire bene: ci si deve rivolgere al Centro della Asl, che si avvale di tre micologi e due laboratori per il riconoscimento delle specie attraverso le spore”.
“Ogni anno – continua Amatori – si verificano 50-60 intossicazioni e nel 2019 c’è stato un episodio mortale. Nel malaugurato caso d'intossicazione bisogna immediatamente recarsi in ospedale portando eventualmente residui dei funghi cotti, scarti di pulizia o prodotto ancora integro, per permettere l'individuazione della specie”. “Rinnoviamo l’invito – dice ancora Amatori - a non acquistare o accettare funghi raccolti da persone sprovviste del patentino rilasciato dopo un corso. Anche le persone autorizzate, in ogni caso, sono tenute a mostrare il raccolto agli specialisti della Asl, prima di commercializzarlo. Chi non si attiene a tali prescrizioni è passibile di sanzioni amministrative”.
Il Centro micologico, infatti, è impegnato nel controllo delle partite di funghi spontanei immessi nel circuito commerciale, con il rilascio del certificato di commestibilità, nonché nell’attività di consulenza e certificazione micologica, gratuita, nei confronti dei raccoglitori occasionali.
I funghi, inoltre, vanno cotti per almeno 25-30 minuti in umido, poiché scarsamente digeribili, e consumati soltanto in piccole quantità come condimento o contorno e non in pasti ripetuti e frequenti. I funghi spontanei possono essere mangiati solo se si è in buona salute e non sono consigliati ad anziani, bambini e donne incinte.