L’iniziativa promossa dall’associazione culturale Hetairia
In un mondo dominato dal nonsense del politically correct, per garantirsi l’immunità ideologica del proprio pensiero, meritano di essere segnalate quelle iniziative che scorrono come un fiume sotterraneo senza fare scalpore tra le maglie di una società distratta alla Cristicchi, interessata di Carla Bruni.
Si tratta di iniziative di alto valore culturale, promosse da spiriti sensibili ed intelletti probabilmente avanti, in grado di colmare il vuoto e la distanza delle istituzioni, spesso indulgenti al compromesso ed al pressapochismo. Evidentemente c'è chi ha detto no, o forse basta al tutto, e si impone di proporre scelte e proposte di qualità condivise dai pochi, senza avvertire il bisogno di proporle a chi entra in crisi per un televoto. Parliamo di un’importante iniziativa, una delle tante per la verità voluta da un’autorevole associazione culturale e non solo, Hetairia, che promuove cultura con la C maiuscola. Un esempio fra tutti l’incontro-dibattito di sabato scorso, espressione del gotha della cultura pugliese, tenutosi nella suggestiva cornice del Convento dei Padri Cappuccini di Mesagne, restaurato con i fondi del Giubileo del 2000, oggi sede di un importante centro di ricerca medica di competenze dell’Isbem, Istituto di Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo, i cui cervelli se li tiene stretti stretti a tal punto da favorirne l’ingresso di nuovi, provenienti dall’estero.
Fondato 11 anni fa, oggi il centro no profit può contare sull’apporto sperimentale della tre ASL ionico salentine, il cui modus operandi promuove l’inserimento di giovani,
dottorandi quotidianamente impegnati nella ricerca di tecnologie e farmaci innovativi per la cura dell’osteoporosi, delle malattie vascolari e cardiache pronte a rifare il maquillage di una sanità bisognosa di novità e soprattutto di speranza.
dottorandi quotidianamente impegnati nella ricerca di tecnologie e farmaci innovativi per la cura dell’osteoporosi, delle malattie vascolari e cardiache pronte a rifare il maquillage di una sanità bisognosa di novità e soprattutto di speranza.
Medici, professori, professionisti di vari campi e saperi hanno perciò animato riflessioni che sembravano ricordare il fervore culturale e lo spirito della antiche accademie, valvola di sfogo di uomini alla ricerca di un senso alla vita, che si sono interrogati sul Mistero e Simbolismo della Croce.
Parabola di un progetto culturale molto più ampio in cui si sono incontrate l’arte e la linguistica, l’esoterismo e l’essoterismo, la psicologia e la scienza medica, il relatore, dott. Carlo Attillii, studioso di simbolismo religioso, un colonnello dell’Esercito ora a riposo, diciamo così, pluridecorato e plurilaureato, ha sfoderato il meglio della sua conoscenza in fatto di simboli interpretabili in chiave etimologica, iconografica ecc. perché solo in questo modo può concludersi il mare magnum delle informazioni reperibili nel corso della manifestazione.
Lo stile di un colonnello, tradito con piacere dall’uomo ormai di cultura che evidentemente ha riservato il meglio dei suoi anni a passioni personali, appaganti nel vero senso del termine, sintetizza ed affascina tutti con la sua semplicità espositiva, soprattutto quando ci regala pillole di saggezza da bricolage utili al vivere meglio.
Rigorosa nell’impianto culturale anche la lettura dell’opera di Picasso, Guernica, della prof.ssa di Arte e immagine Maria Luisa Barbuti, decodificata nel profondo a tal punto da far emergere il lato più intimo del pittore tramutatosi d’improvviso artista della porta accanto per ciascuno dei presenti.
Finisce così una serata diversa dal solito, nel corso della quale non sono mancati gli inviti alla solidarietà ed al rispetto per il prossimo, per portare a casa una ventata di ossigeno del non tutto è perduto.
Rigorosa nell’impianto culturale anche la lettura dell’opera di Picasso, Guernica, della prof.ssa di Arte e immagine Maria Luisa Barbuti, decodificata nel profondo a tal punto da far emergere il lato più intimo del pittore tramutatosi d’improvviso artista della porta accanto per ciascuno dei presenti.
Finisce così una serata diversa dal solito, nel corso della quale non sono mancati gli inviti alla solidarietà ed al rispetto per il prossimo, per portare a casa una ventata di ossigeno del non tutto è perduto.
Mimmo Palummieri