«Invitiamo il sindaco ad allargare i suoi orizzonti così da capire che magari ha sbagliato paragone»
“Non passare da stupido. Capirei se ti chiedessero di mettere una pigna nel culo, ma è semplicemente una mascherina davanti a naso e bocca. Indossa la mascherina”.
Questo è quanto è stampato su un manifesto del Comune di Martano, ideato per sensibilizzare la cittadinanza a indossare la mascherina. Una nobile finalità, sicuramente, ma un mezzo che non ha convinto in tanti.
Fra questi anche Arci Gay Salento, che esprime delle riflessioni.
«Invitiamo il sindaco ad allargare i suoi orizzonti così da capire che magari ha sbagliato paragone e a rendersi conto che non è poi così fastidioso o stupido e quindi a ricredersi sul paragone...» sostiene Arcigay Salento. «Sinceramente non ci aspettavamo tutta questa esposizione mediatica data dal fatto di essere stati messi alla gogna da una giornalista molto famosa e da una associazione lgbti+ (sic!), anch’essa molto seguita.
Siamo costretti ad evidenziare l'inopportunità di una comunicazione istituzionale che sottende una denigrazione di CHI pratica il sesso anale) ma a chiunque si sentisse tirato in causa. Non abbiamo mai detto che il sesso anale è appannaggio della popolazione omosessuale. Non abbiamo mai usato la parola OMOFOBIA e sono ovviamente convinto che non sia questo il caso, crediamo di avere la preparazione sufficiente e la capacità di discernere bene quello che ci accade intorno, che è frutto di anni di attivismo e preparazione.
Quello che abbiamo rilevato è l’inopportunità di una comunicazione istituzionale che usa un linguaggio triviale, un modo di dire che trae le sue origini dalle istanze culturali del patriarcato e dell'eteronormativismo tossico che sono resistenti nella nostra società, difficili da scardinare. In particolare intendiamo il concetto comune che prendere qualcosa in culo, e quindi essere passivi nel rapporto sessuale in senso figurato, sia degradante, umiliante, fastidioso, stupido (non passare da stupido... recita la campagna), creando di fatto una discriminazione che, partendo da un costrutto culturale e veicolandosi nel linguaggio, porta a tutte quelle situazioni di violenza verbale e fisica di cui sono vittima tante persone. Non solo gay!
Il “nostro” punto di vista espresso con ironia e garbo, un pensiero dissonante che assolve al nostro compito istituzionale di essere un punto di osservazione della società che ci circonda, che esprime consensi e dissensi proponendo un modello culturale alternativo nel rispetto di ciascuno.
Ma non c’è stato nulla da fare: la macchina del fango è partita e ci ha travolti nostro malgrado.
Abbiamo volutamente lasciato li il post e i commenti aperti, per far esprimere ciascuno secondo la propria sensibilità personale, il proprio livello di educazione e di cultura e i risultati sono e saranno li sotto gli occhi di tutti in modo che anche in futuro se ne possa prendere visione per capire cosa ha funzionato e cosa no. Alcune parole ci hanno ferito nel profondo, ci hanno fatto molto male, soprattutto quelle del fuoco amico, tanto che ci siamo chiesti a più riprese se stessimo combattendo la battaglia sbagliata. Siamo convinto che non è così e i messaggi di stima e coraggio di tante e tanti compagni attivisti ci hanno ridato la carica!
In tutto ciò però siamo profondamente convinti del fatto che quella comunicazione istituzionale, forse può essere efficace dal punto di vista numerico, ma è totalmente inopportuna secondo il nostro modo di vedere. Il linguaggio, soprattutto quello usato dalla pubblica amministrazione che assume il compito di docenza, deve essere attento e scrupoloso, inclusivo e preciso, magari anche elevato e dignitosamente bello e se quelle espressioni sono già di per se mal tollerate nel linguaggio gergale e informale (sul quale anche abbiamo il dovere di lavorare), non lo sono assolutamente in questo caso, visto anche la caterva di commenti sessisti, omofobi (quelli si) e violenti che hanno generato. Ma si sa che a rimestare nel fango ci si sporca le mani!
Speriamo di poter incontrare al più presto il sindaco di Martano per chiarire il nostro punto di vista e il fatto che non vi sia da parte nostra alcun giudizio sull’operato della sua Amministrazione e della sua azione politica».