In una nota, che vi proponiamo, Archeoclub esprime forte preoccupazione
«La minaccia di vedere le trivelle all’opera nel Golfo di Taranto torna a farsi viva e pressante. Sparito “misteriosamente” dal decreto “Mille Proroghe”, approvato nella serata dello scorso 23 dicembre, l’articolo che prevedeva la moratoria per tutti i permessi di ricerca e “coltivazione” (con questo termine si intende lo sviluppo e la produzione); a partire dall’11 febbraio prossimo le compagnie petrolifere che a decine hanno presentato istanza, e tutte le altre che vorranno farlo, torneranno all’attacco.
Il D. L. 135/2019 stabiliva una moratoria di 18 mesi, poi prorogata di altri 6, subordinandola alla redazione di un Piano delle Aree Idonee (PITESAI) del quale, ad oggi, non vi è traccia. Dunque, i permessi per le attività di ricerca in mare dovranno essere nuovamente concessi.
I mari di Puglia, l’Adriatico quanto lo Jonio, sono ampiamente interessati da questa minaccia, tant’è che numerose amministrazioni locali, a partire dalla Provincia di Lecce, passando per i vari comuni costieri, come Monopoli, Otranto, Gallipoli, sono nuovamente sul piede di guerra.
La sede manduriana di Archeoclub d’Italia, che ha tra i suoi scopi statutari anche la difesa del paesaggio e dell’ambiente, esprime forte preoccupazione per il vuoto legislativo venutosi a creare, che lascia mano libera, tra le altre, alla Schlumberger Italiana, richiedente di una concessione nel Golfo di Taranto per una estensione di 4.025,00 km quadrati.
Ben consapevoli degli immani danni che l'industria petrolifera inevitabilmente provoca all'ambiente marino-costiero, alla fauna, ai posidonieti, alle attività turistiche e di pesca, già a partire dalle ricerche effettuate con la tecnica dell'air-gun, rivolgiamo un appello all'amministrazione in carica, affinché voglia attivarsi in difesa del nostro mare, ricercando sinergie con gli altri Enti Locali già da tempo impegnati in questa battaglia, anche preso i Tribunali Amministrativi, opportunamente sollecitando la Provincia di Taranto e la Regione Puglia».
Archeoclub Manduria