«C’è la necessità di allestire grandi strutture in aree prossime alla rete stradale di grande percorrenza, con ampi parcheggi e, perciò, in grado di contenere un alto numero di cubicoli così da ottimizzare i tempi, le unità di personale disponibile e la loro turnazione»
«L’impegno vaccinale di massa contro il Covid, congiunto al breve tempo entro cui realizzarlo e alla scarsità del personale sanitario a disposizione, dice che c’è bisogno di poche e grandi strutture dedicate, con accesso e uscita a ritmo sostenuto, con ampi spazi d’attesa e in attività 24 ore su 24. Pensare di utilizzare gli ospedali o i pta come tanti piccoli centri di vaccinazione cittadina, significherebbe fallire l’obiettivo”. Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati.
“È stato calcolato – prosegue il consigliere regionale - che per vaccinare cinquanta persone al giorno c’è bisogno di un cubicolo (cameretta), dotato del personale necessario, compresi i rianimatori. Salvo evoluzioni del tipo di vaccino disponibile e attenendosi alla necessità di effettuare - esclusi gli infrasedicenni - almeno 7.200.000 vaccinazioni in un anno (prima dose e richiamo), ne deriva che per raggiungere l’obiettivo servano quasi 400 cubicoli al lavoro ininterrottamente. Operazione cioè impossibile da realizzarsi con un’organizzazione frammentata e diffusa, magari utilizzando strutture ospedaliere o centri vaccinali territoriali, per le seguenti ragioni: l’impossibilità di garantire quasi 400 équipe complete; la difficoltà logistica di assicurare i distanziamenti di sicurezza; l’impossibilità di mantenere alti tassi giornalieri di ingressi e di uscite”.
“Per questo motivo - conclude Amati - c’è la necessità di allestire grandi strutture in aree prossime alla rete stradale di grande percorrenza, con ampi parcheggi e, perciò, in grado di contenere un alto numero di cubicoli così da ottimizzare i tempi, le unità di personale disponibile e la loro turnazione”.