Restrizioni già decise per Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia in fascia arancione. Puglia sotto osservazione
Il governo stringe la cinghia. Nuove restrizioni sono previste nel Dpcm che sarà varato al termine della prossima settimana: dopo l'abbassamento della soglia dell'Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, l'esecutivo sta pensando di imprimere un ulteriore giro di vite: se l'incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La quota ideale, per non far saltare il contact tracing, è 50 casi su 100 mila abitanti: durante la seconda ondata si è raggiunto un picco di 350/400 mentre attualmente siamo, come media nazionale, fra 150 e 170. Ecco perché bisogna contenere la tendenza al rialzo.
La proposta, avanzata dall'Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni. Un incontro tra il governo e i governatori, Anci e Upi, è fissato per lunedì alle 10.30, convocato dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, a cui parteciperà in videoconferenza anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. Intanto, il governo sta valutando la proroga dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio, che potrebbe essere il 31 marzo o addirittura luglio. Sulla nuova data si sta ragionando.
La fascia arancione, nel frattempo, si è già allargata: in Italia 5 regioni ( Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Calabria, Sicilia) da lunedì rientreranno in questa zona. E con una lettera al Governo chiedono "di fornire doverose e puntuali rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione". Questo per evitare, scrivono Zaia, Bonaccini, Fontana, Spirlì e Musumeci - "ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni".
La pandemia non accenna a rallentare, né nel nostro Paese né in Europa, e il numero della vittime continua a crescere. Prosegue la lotta contro il tempo per abbattere i contagi: il 16 gennaio dunque partirà il nuovo Dpcm, che verrà illustrato dal ministro della Salute Roberto Speranza il 13 gennaio. Il principio ispiratore delle nuove misure sarà quello di andare verso una zona gialla rinforzata. La prima certezza è che saranno confermati i weekend arancioni anche nelle regioni gialle (come accade già in questo fine settimana del 9 e 10 gennaio) con la libertà di muoversi all'interno del proprio comune e della propria regione, negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi.
All'interno dell'esecutivo si discute invece sull'ipotesi di confermare o meno le restrizioni natalizie riguardo alle visite a parenti e amici (una volta al giorno in non più di due persone con minori di 14 anni al seguito). A parte c'è il grande tema della scuola, al centro di un braccio di ferro fra la ministra Lucia Azzolina e il Pd.
Intanto entrano in fascia arancione dall'11 gennaio la Lombardia, il Veneto, l'Emilia-Romagna, la Sicilia e la Calabria e sono sotto stretto controllo il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte, Bolzano, Trento, la Puglia e l'Umbria. "Il Lazio è ancora in fascia gialla. Grazie ai cittadini per il rispetto delle regole. Siamo l'unica regione italiana a non avere mai cambiato colore. Ora non abbassiamo la guardia! Solo in questo modo potremo contenere la diffusione del Covid fino alla vaccinazione di massa", commenta il presidente del Lazio Nicola Zingaretti.
La revisione dei parametri di incidenza dei casi
In base all'ultimo monitoraggio, con l'abbassamento dei parametri relativi all'incidenza dei casi, l'unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un'incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti. A rischio anche l'Emilia Romagna, con un'incidenza a 242,44. In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100mila abitanti: oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201). In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe "il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti". L'incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti.
Il nuovo Dpcm
È il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a confermare che "con il sistema delle fasce teniamo il Paese in sicurezza ed evitiamo il lockdown". Ma la decisione di aggiungere nuove restrizioni a quelle già previste dal sistema delle fasce è già stata presa e sarà messa a punto nei prossimi giorni. Il governo scriverà il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio. Il primo confronto fra Boccia e le Regioni sarà lunedì mattina. Ma, accanto alle misure più rigide, resta in piedi anche la possibilità di istituire invece fasce bianche (o "verdi") in quelle zone del Paese che avranno un Rt basso (sotto lo 0,5). In queste porzioni di territorio (Comuni, Province, Regioni) potrebbero, ad esempio, tornare in attività cinema, teatri e palestre.
Ecco le ipotesi allo studio che presumibilmente ritroveremo nel provvedimento in arrivo.
Blocco dei confini regionali
La norma che impedisce la circolazione tra le Regioni - anche tra quelle in fascia gialla - se non per motivi di urgenza, lavoro e salute è considerata tra le più efficaci.
Deroghe per i Comuni
Nelle regioni arancioni potrebbe essere prevista la deroga che consente a chi abita nei Comuni con un massimo di 5mila abitanti di spostarsi, ma solo in un raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia. Nelle regioni rosse si pensa di mantenere le restrizioni natalizie che consentivano le visite a parenti e amici solo a due adulti con minori di 14 anni.
Weekend arancioni
Il governo avrebbe già deciso di prolungare la misura dei week end arancioni, in cui gli spostamenti nel proprio comune sono liberi e i negozi sono aperti. Bar e ristoranti rimangono invece chiusi per tutta la giornata e anche il coprifuoco dalla 22 alle 5 rimane in vigore.
Chiusura alle 18 bar e ristoranti
Sembrerebbe confermata la scelta di mantenere anche nelle regioni gialle la chiusura dei ristoranti e bar alle 18, consentendo dopo questo orario soltanto l'asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio.
Palestre e piscine
Tutto fa prevedere che verrà confermata la chiusura di piscine e palestre. Tuttavia è in corso il confronto tra il ministro dello Sport Spatafora e il Cts per l'elaborazione delle nuove linee guida. L'obiettivo è consentire l'apertura almeno per le lezioni individuali. Un'eccezione, con l'apertura di queste attività, potrebbe essere fatta per le "zone bianche" da istituire - è ancora una soluzione allo studio - in quelle aree del Paese con Rt sotto lo 0,5.
Cinema e teatri
Sarà quasi sicuramente confermata la sospensione di spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e altri spazi anche all'aperto. Ma vale anche qui quanto detto per palestre e piscine, con deroghe alla chiusura per le aree del Paese con Rt.