Il monito: «Se c’è rischio grave si resti tutti a casa, altrimenti si torni a scuola tutti»
«I 635 consigli di istituto delle scuole della Puglia ci sostengano nella battaglia» contro la libertà di scelta lasciata alle famiglie sulla frequenza in presenza, «caso unico in Italia».
E’ l’iniziativa dei sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda e delle associazioni Anief e Anp Puglia, che hanno predisposto un ordine del giorno da inviare a tutti i Consigli d’Istituto delle scuole pugliesi perché «adottino una delibera con la quale chiedono la cessazione delle ordinanze regionali, con l’obiettivo di recuperare per quanto possibile un rientro in classe in presenza in sicurezza».
I sindacati della scuola chiedono che anche in Puglia «si applichino i Dpcm, senza ulteriori ordinanze regionali che introducono, unico caso nel panorama nazionale, la facoltà di scelta delle famiglie» spiega Claudio Menga della Cgil.
«Se c'è rischio grave si resti tutti a casa, altrimenti si torni a scuola tutti - dice Roberto Romito, rappresentante dei presidi - . Frequentare le scuole è un dovere e la frequenza non può che avvenire con le regole della scuola. La libertà di scelta pugliese offende gravemente la dignità delle scuole, riducendole a parcheggio, calpesta la loro autonomia organizzativa e svilisce il duro impegno di dirigenti e insegnanti».
A preoccupare i sindacati sono le «ricadute sulla didattica. Si sta creando un buco formativo che, soprattutto nel secondo ciclo, può costituire un pericoloso carburante per la dispersione».
«La didattica mista non può essere un modello - dice Roberto Calienno della Cisl - perché si crea un divario tra chi frequenta e chi no e tenere i ragazzi attaccati ai monitor per tante ore non può produrre miglioramenti formativi». Fino ad ora questa opzione ha visto circa il 50-60% degli alunni di elementari e medie frequentare in presenza, mentre per le superiori, a partire dal primo febbraio, le stime sono del 20% delle famiglie pugliesi che ha scelto di seguire le lezioni in classe. Se anche la prossima ordinanza regionale prevedrà la possibilità di scelta sulla frequenza, i sindacati annunciano forme di mobilitazione.