A Porto Cesareo sono d’accordo per uno scarico provvisorio in mare; Nardò punta invece sul riuso dei reflui depurati in tabella 4
Un recapito provvisorio in mare per far entrare in esercizio il depuratore di Porto Cesareo, ma non tutti sono d’accordo. È quanto emerso durante l’audizione convocata alla Regione in quinta Commissione (ambiente) dal presidente Francesco Paolo Campo, su richiesta dei colleghi Fabiano Amati e Paolo Pagliaro, per fare il punto sui lavori del depuratore.
Sentiti i dirigenti dell’assessorato regionale all’ecologia e tecnici di Aqp, il sindaco di Porto Cesareo Silvia Tarantino e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, si è verificato che i lavori sono sostanzialmente completati e si potrebbe avviare la serie degli allacci.
Tutti d’accordo ad eccezione di Nardò. Resta da sciogliere il nodo amministrativo relativo allo scarico in mare di acque che si prevede affinate “a tabella quattro”, e su cui verte un contenzioso con il Ministero.
Porto Cesareo vuole diventare un paese civile è l’appello lanciato dal territorio e raccolto da Amati (che ha sollecitato una nuova audizione con gli assessori competenti, proprio sul provvedimento del governo regionale), da Pagliaro (“è una battaglia di civiltà, è un priorità per una perla del Salento e della Puglia”) e rilanciata dal presidente Campo.
«Sul riuso delle acque reflue non può esserci nessun passo indietro - dice il consigliere regionale Cristian Casili - sono convinto che non debbano esserci questioni di campanile su temi così importanti, o ancora peggio polemiche politiche.
Tra Nardò e Porto Cesareo non deve esserci nessuno scontro, ma si debba lavorare per l’obiettivo comune di partire con un efficiente sistema di depurazione che consenta alle due comunità di offrire le risposte ambientali che questi territori cercano da sempre.
A tal fine - continua Casili - è necessario effettuare tutti gli adeguamenti tecnologici degli impianti per il massimo livello di depurazione. Vorrei ricordare che tutto ciò fa parte dell’accordo raggiunto nel 2016 tra le Amministrazioni di Nardò e Porto Cesareo e la Regione Puglia, oltre al collettamento dei depuratori delle due comunità, incluso lo scarico a mare emergenziale. Fare passi indietro dopo tutti questi passaggi vuol dire buttare via un poderoso lavoro che può portare la nostra Regione ad essere artefice di una rivoluzione ambientale senza precedenti».