Oggi 1.248 contagi (su 10.372) e altri 33 decessi. Ancora tantissimi i casi nella provincia di Taranto: 304
Mentre la Puglia torna a respirare dopo il ritorno in zona gialla, con bar e ristoranti che riprendono ad accogliere i clienti all'interno (fino alle 18, poi solo asporto fino alle 22), il nuovo picco di ricoveri per Covid 19 registrato ieri, con 75 persone ospedalizzate in più (pari a un numero complessivo di 1.655), fanno scattare l’alert, alzando l’asticella di uno degli indicatori presi a campione dalla Cabina di regia per il monitoraggio dell’andamento dell'epidemia. Numeri che dovranno confrontarsi con i nuovi dati di oggi da cui emerge una risalita dell’indice dei contagi (1.248 rispetto ai 1.063 di ieri) e dell’indice di positività (12% rispetto al 10% precedente), oltre all’aumento del numero delle vittime: 33 in 24 ore.
In base all'ultima rilevazione dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, al 10 febbraio il 42% dei posti in «area non critica» (pneumologia, malattie infettive) risulta occupato da pazienti positivi al Coronavirus: si tratta di due punti percentuali oltre il limite del 40% fissato dal ministero della Salute. E’ invece sotto la "soglia critica» del 30% l’occupazione dei posti nei reparti di terapia Intensiva: attualmente risulta essere pari al 29% dopo che a causa di un «difetto» di comunicazione dei dati da parte della Regione (106 posti letti in meno di Terapia intensiva) la soglia era stata portata al 37% confermando così la zona arancione.
I nuovi contagi registrati sono così distribuiti: 431 in provincia di Bari, 157 in provincia di Brindisi, 58 nella provincia BAT, 216 in provincia di Foggia, 72 in provincia di Lecce, 304 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 5 provincia di residenza non nota. Mentre le vittime sono così distribuite: 13 in provincia di Bari, 9 in provincia BAT, 3 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto.
Tuttavia, la Puglia sembra aver avviato una operazione di bonifica, ovvero aggiornamento dei dati, tenuto conto che si è scoperto nelle ultime 48 - ma il problema forse era noto da tempo - che i numeri dei negativizzati (quindi la riduzione degli attualmente positivi) e quello dei guariti non rispecchiava la realtà, cioè erano «arretrati».