Dovranno essere le scuole ad assumersi le responsabilità di scegliere i criteri su chi ammettere alla didattica in frequenza. Ma i rischi derivanti dalla varianti Covid sono davvero così elevati come sostiene la Regione, perché non chiudere realmente tutto?
Dal 22 febbraio al 5 marzo la didattica a distanza si terrà in tutte le scuole pugliesi, che rimarranno chiuse in attesa si completino le vaccinazioni del personale scolastico cominciate ieri.
Ma è davvero così? Ancora una volta la Regione, a nostro avviso, evita di assumere una decisione chiara e uguale per tutti. Se prima si lasciava il libero arbitrio alle famiglie, che potevano scegliere se mandare o meno i figli a scuola (con l’alternativa della didattica a distanza), ora la patata bollente passa alle singole istituzioni scolastiche.
«Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e i CPIA - si legge nell’ordinanza, - adottano forme flessibili dell’attività didattica in modo che il 100% delle attività scolastiche sia svolto in modalità digitale integrata (DDI), riservando, sulla base della valutazione dell’autonomia scolastica, l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata».
Le scuole potranno ammettere la presenza degli alunni «che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, purché, complessivamente, non venga superato il limite del 50% della popolazione scolastica per ogni singola classe o sezione d’infanzia».
In pratica: tutto chiuso è solo un bluff. Se i genitori dovessero fare richiesta, motivandola, i propri figli, secondo l’ordinanza, potranno accedere alla didattica in presenza.
Cosa è cambiato, allora, rispetto alla precedente ordinanza?
Secondo quali criteri le scuole dovranno scegliere chi ammettere alla frequenza e chi dovrà invece restare a casa, considerato che non si potrà superare il limite del 50% della popolazione scolastica per ogni singola classe?