Un post di Maria Pia De Santis: «Ad oggi, nel piano vaccinale, manca ancora l’indicazione di una priorità generalizzata per la disabilità, dividendo invece per categorie e patologie, creando figli e figliastri tra persone con diversi tipi di disabilità»
«Poco tempo fa Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, aveva annunciato in conferenza stampa che le persone con disabilità e loro accompagnatori sarebbero state vaccinate insieme agli over 80.
Promessa non mantenuta e, ad oggi, nel piano vaccinale, manca ancora l’indicazione di una priorità generalizzata per la disabilità, dividendo invece per categorie e patologie, creando figli e figliastri tra persone con diversi tipi di disabilità.
Ma Elka non era una patologia, anche se di patologie ne aveva diverse o un numero da in casellare in una categoria. Elka era una donna di 45 anni, dolce, dolcissima, che forse nella sua vita ha donato più amore di quanto ne abbia mai ricevuto.
Elka era un'anima pura, gioiosa, che tutto avrebbe meritato tranne che morire di Covid, da sola, in un letto di ospedale, lontana da tutti. Elka meritava di essere tutelata, da uno stato che tanto si professa vicino ai più deboli e diverso da tanti altri che, nell'ultimo anno, hanno adottato politiche sanitarie da terzo Reich.
E noi saremmo diversi? Elka è stata una delle tante e dei tanti invisibili di cui nessuno, tra stato e regione, ha voluto assumersi la responsabilità, ponendo, di fatto, la sua salute, in una posizione di minore importanza rispetto ad altre.
Elka si sarebbe potuta salvare se fosse stata vaccinata per tempo e la sua morte, insieme a quella di tante altre persone con disabilità, resterà una macchia indelebile di questo paese, che vicino ai più vulnerabili, sta dimostrando non saperci stare.
Ringrazio tutti gli operatori, le educatrici e la coordinatrice del Centro Diurno Socio-Educativo e Riabilitativo - Lecce, a cui Elka era tanto legata, per averla voluta ricordare attraverso foto e video che dimostrano, indiscutibilmente, il vero valore di questo paese. Grazie».
Maria Pia De Santis