Quasi 3.900 voti per questa torre, una delle pochissime del litorale jonico che si è meglio conservata nei secoli
Nella giornata odierna è stata resa nota la classifica finale della campagna nazionale del FAI (Fondo Ambiente Italiano) “I Luoghi del Cuore”. Si tratta del più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio che permette ai cittadini di segnalare al FAI attraverso un censimento biennale i luoghi da non dimenticare.
Dopo il censimento il FAI sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti.
Bene, in questa classifica brilla il piazzamento di Torre Colimena: è al 101° posto a livello nazionale, all’11° a livello regionale e 5° a livello provinciale. Grazie all’impegno del Comitato pro Torre Colimena e Specchiarica, la torre costiera ha ottenuto ben 3.891 voti. Da rimarcare anche l’impegno di Silvia Mazzei e di Elio Scarciglia, sempre attivi, in particolare durante la stagione estiva, per promuovere le visite guidate.
Da rimarcare, infine, anche la presenza in classifica della Salina dei Monaci, classificatasi al 405°posto a livello nazionale con 609 voti.
Vi proponiamo la scheda sulla torre costiere e due foto che il Comitato pro Torre Colimena e Specchiarica ha inviato al FAI.
«La frazione di Torre Colimena, parte delle aree marine del comune di Manduria sull’alto litorale ionico della Puglia é stretta tra le aree protette della Salina dei Monaci ad ovest e la Palude del Conte ad est. Il centro abitato è sorto attorno all'omonima torre, presente proprio sul lungomare del paese. Questa torre è parte di un sistema difensivo di torri costiere volute dall'imperatore Carlo V, re di Spagna, dopo l'invasione di Otranto da parte dei Turchi nel 1480, per difendere la penisola del Salento dalle loro frequenti incursioni.
L'unico episodio storico di rilievo che riguarda la piccola località di Torre Colimena, risale al 1547 quando circa 400 predoni Turchi guidati da un personaggio locale convertito all'Islam, sbarcarono da 5 velieri approdati nel tranquillo porticciolo per compiere un'incursione nell'entroterra. Il significato del nome di questa località è ancora piuttosto incerto. Tuttavia, l'etimologia del nome è di evidente derivazione ellenica, risalente al periodo della Magna Grecia. Se in passato il luogo era considerato solo ricovero per i pescatori, già a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, ha avuto uno sviluppo urbanistico importante, divenendo sede di case di vacanza in particolare per gli abitanti dei paesi circostanti, attratti dalle bellezze naturali e dalla tranquillità del posto.
Proprio per questo Torre Colimena si è sottratta ad un’urbanizzazione selvaggia ed oggi è una delle zone che rappresentano meglio quel Salento ancora al di fuori delle logiche di un turismo di massa che sta distruggendo zone di gran pregio del nostro Paese. Uno dei tesori appartenenti a quest’area è la Riserva Regionale Orientata Salina e Dune di Torre Colimena, un sito costiero costituito da una salina in disuso (la Salina Vecchia) che corre parallela a una spiaggia incontaminata e a un mare cristallino, una meravigliosa oasi ricca di storia e di bellezze naturalistiche. Negli ultimi anni è raggiungibile con una breve passeggiata a piedi sia da Ovest (Specchiarica) che da Est (Torre Colimena).
Caduta in disuso ormai da due secoli, la Salina dei Monaci offre solo i ruderi del suo passato, in compenso la natura ha riconquistato i suoi luoghi. È diventata l'habitat ideale di numerosi uccelli acquatici: gli aironi, i rari cavalieri d'Italia e nel mese di maggio i fenicotteri rosa. Le piante presenti sono quelle tipiche della macchia mediterranea: il cisto dai fiori di seta stropicciata, l'asfodelo mediterraneo, innumerevoli fiori variopinti, il mirto e la tipica salicornia (una specie di asparago di mare) che cresce a ridosso della salina.
Dunque un sito meraviglioso per chi ama passeggiare nella natura selvaggia, per gli appassionati di ornitologia e birdwatching. Negli anni 2000, il Comune di Manduria e la Regione Puglia hanno attuato una serie di interventi a tutela di questo pregevole territorio, fra i quali lo smantellamento della strada asfaltata, convertita a sentiero in legno percorribile a piedi o in bicicletta. L’impegno profuso dalle amministrazioni congiunte ha portato nel 2010 all’inserimento della Salina nell’elenco delle aree protette italiane. Ma ora proprio in questa zona, Acquedotto Pugliese S.p.A. vorrebbe realizzare uno scarico complementare a mare delle acque reflue del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava, con un bacino di utenza di circa 90.000 abitanti; e tutto questo includendo siti che appartengono ad un’“area protetta”.
Purtroppo è facile capire quali potrebbero essere le conseguenze di tale scempio: la distruzione dell'ecosistema con una forte eutrofizzazione dell'acqua che porterebbe all'impoverimento del mare e al divieto di balneazione, nonché alla distruzione di un habitat unico per molte specie animali e vegetali. Non ultimo, quest’area dalle caratteristiche così peculiari, perderebbe l’attrattiva che oggi esercita su molti turisti e andrebbe incontro ad un progressivo abbandono con effetti importanti sull’economia locale».