Il consigliere comunale rimarca poi l’entità della spesa del Comune per il ricovero dei cani e per le urgenze sanitarie
«Il Comune di Manduria spende circa 50mila euro all’anno per i 40 cani presenti nel canile comunale. A tale somma va aggiunta la convenzione per le urgenze sanitarie e per il ricovero dei felini (il cosiddetti gattile), per un importo ulteriore di circa 30mila euro annue! Insomma la nostra comunità spende all’anno circa 80mila euro!».
E’ quanto ha fatto notare il consigliere comunale progressista Domenico Sammarco nel corso del suo intervento relativo al piano dell’alienazione dei beni pubblici, argomento inserito nell’ordine del giorno dell’ultima seduta del consesso elettivo.
«Faccio appello alla sensibilità degli amici animalisti per porre una questione che va ben analizzata, anche nel prossimo futuro» la premessa di Sammarco. «Ora, mi rendo conto che a questa Amministrazione possa piacere prevedere una spesa di quasi 80mila euro per il mantenimento dei cani randagi.
Fortunatamente, peraltro, dalla data della riattivazione del canile sanitario pubblico (affidato ad associazioni) questo costo viene di fatto almeno non aumentato, in quanto il canile si sta occupando, grazie alla generosità delle associazioni di volontariato animaliste, di portare a termine tante adozioni (che ovviamente consentono alla comunità un risparmio di spesa).
E a questo punto voi che fate? Decidete di mettere in vendita il canile sanitario pubblico, creando così le condizioni per un incremento della spesa pubblica per il contenimento del fenomeno del randagismo!
Volgo la mia preghiera di rivedere tale decisione soprattutto a quei colleghi consiglieri che hanno per davvero una sensibilità animalista, ai fini del rinvio di tale delibera al prossimo Consiglio per meglio poter elaborare tale questione».
Domenico Sammarco si è poi soffermato anche sulla paventata alienazione di terreni comunali nelle varie contrade, specie nelle marine.
«Mi pare che manchi una verifica sostanziale prima di procedere: cioè se si tratti o meno di terre percorse dal fuoco.
Con tale disciplina vincolistica, il legislatore, per evitare attività incendiarie a scopo di speculazione edilizia, ha inserito nel corpo della legge tassativi vincoli alle attività di godimento e di utilizzazione delle aree percorse dal fuoco.
Tale normativa prevede in particolare una serie di vincoli tra i quali il divieto di mutare, per almeno quindici anni, la destinazione d’uso della zona interessata dall’incendio, rispetto all’utilizzazione urbanistica antecedente l’evento combustivo».