«Quella divisa, che molti si permettono di insultare e infangare, all’origine era di colore celeste. Dopo qualche ora, dentro i presidi anti-Covid, era diventata blu per il sudore. Ricordatevelo quando vi sentite in diritto di insultare una di noi…»
Alessia, l’infermiera-simbolo della prima ondata della pandemia, è stata sul palco di Sanremo, intervistata da Amadeus. Un’occasione per ricordare i sacrifici compiuti dal personale sanitario durante la prima ondata di pandemia e che, purtroppo, sono ripresi dall’autunno e proseguono da qualche mese. Dopo questa sua presenza, utile anche a ricordare la necessità di far fronte comune per arginare il diffondersi del virus attraverso il rispetto delle prescrizioni anti-Covid, Alessia è stata oggetto di offese attraverso i social.
Offese indegne, sinonimo, a nostro avviso, di inciviltà. A sua difesa prende posizione, sempre attraverso i social, una infermiera del “Marianna Giannuzzi” di Manduria, Fortunata Barilaro.
Ecco la sua replica decisa e piccata: un post e due foto.
«Queste foto le ho scattate io. Quella divisa, che molti si permettono di insultare e infangare, all’origine era di colore celeste. Dopo qualche ora, dentro i PRESIDI ANTI-COVID, era diventata blu.
Quello che vedete non è acqua, E’ SUDORE.
I bellissimi capelli ricci della mia collega, grondavano gocce. I suoi occhi erano cerchiati e stanchi.
Ricordatevelo quando vi sentite in diritto di insultare una di noi.
Com’è accaduto ad Alessia, la collega salita sul palco di Sanremo.
Definita con tutti gli aggettivi più dispregiativi per una donna.
Quella ragazza è un’infermiera. Ha una laurea, ed anche un cuore “da infermiera” devolvendo il suo compenso in beneficenza ad un’associazione per le cure palliative.
E se qualcuno pensa ancora che “ci stiamo arricchendo”, non ho problemi ad esibirgli la mia busta paga, dove neppure 10 euro in più sono riconosciuti per chi lavori in un reparto Covid».