domenica 24 novembre 2024


09/03/2021 10:03:54 - Salento - Attualità

L’Istituto Superiore di Sanità ha fornito i dati, aggiornati al primo marzo, sui pazienti affetti da Covid-19 deceduti in Italia dall’inizio dell’epidemia.

Nel giorno in cui vengono raggiunte le 100mila vittime, è possibile capire quali sono le caratteristiche – geografiche, anagrafiche e non solo – delle persone morte dall’inizio dell’emergenza.

L’Italia ha superato quota 100mila morti tra i pazienti che hanno contratto il Covid-19. Con dati che sono molto diversi da Regione a Regione e su cui influisce soprattutto l’età, oltre che l’eventuale presenza di patologie pregresse. Per capire chi sono le vittime del Coronavirus in Italia un report dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato al primo marzo, consente di analizzare i dati su 96.149 pazienti deceduti e capire quali sono le caratteristiche delle vittime.

In Lombardia quasi un terzo dei decessi Covid

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, l'Iss suddivide il report in tre fasi: la prima è quella della prima ondata, da marzo a maggio 2020; la seconda è quella della bassa incidenza, da giugno a settembre 2020; la terza corrisponde alla seconda ondata, cioè da ottobre 2020 a marzo 2021. Nella prima ondata il 47,7% dei decessi riguarda la Lombardia, seguita dal 12,6% dell’Emilia-Romagna e dall’11,6% del Piemonte. Alto, sopra il 4%, anche il dato di Veneto e Liguria. Al Sud e al Centro il numero di vittime è stato nettamente inferiore. Nella seconda fase, quella della bassa incidenza, il 32,9% dei decessi riguarda ancora la Lombardia, poi il 13,5% il Veneto, il 9,4% l’Emilia-Romagna e l’8% il Lazio. Più bassi, anche nell’estate del 2020, i dati al Sud.

Si passa poi alla terza fase, quella della seconda ondata: in Lombardia si registra il 18,6% dei decessi, in Veneto il 12,7%, in Emilia-Romagna il 10,1%. Poi ci sono il Lazio all’8%, il Piemonte al 6,9% e sopra il 6% anche la Sicilia e la Campania. Più basso il dato per Calabria, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta, anche se per le ultime tre Regioni influisce anche un numero molto più basso di abitanti rispetto ad altri territori. Se andiamo a vedere il totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia ad oggi, in Lombardia si registrano 28mila morti, con circa 10mila in Emilia-Romagna e Veneto. In percentuale, il 29,2% dei decessi è avvenuto in Lombardia, l’11% in Emilia-Romagna, il 10,2% in Veneto, l’8,6% in Piemonte e il 6,1% nel Lazio. Poi, in ordine, ci sono: Toscana, Campania, Sicilia, Puglia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Trento, Sardegna, Bolzano, Umbria, Calabria, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata.

Le caratteristiche demografiche dei deceduti

L’età media dei deceduti è di 81 anni, quella mediana di 83. Le donne decedute sono il 43,9% delle vittime. L’età mediana dei deceduti è di oltre 30 anni più alta rispetto alla mediana di chi ha contratto l’infezione: 83 anni contro 48. L’età media dei decessi settimanali è aumentato dall’inizio dell’epidemia fino a raggiungere gli 85 anni della prima settimana di luglio 2020, per poi scendere di nuovo leggermente, con un’ulteriore riduzione a partire dalla seconda settimana di febbraio 2021. I pazienti deceduti con meno di 50 anni sono stati in totale 1.055, l’1,1% di quelli totali. Sotto i 40 anni solo 36 di loro non avevano patologie pregresse. Sul totale dei decessi il 3,1% del campione non aveva patologie pregresse, considerando tutte le età.

Per quanto riguarda i pazienti deceduti che sono prima stati ricoverati, i sintomi più comuni prima del ricovero sono stati dispnea (73% dei casi), febbre (68%) e tosse (33%). Dalla data dell’insorgenza dei sintomi alla data del decesso il tempo mediano è di 13 giorni: tra l’insorgenza dei sintomi e il ricovero passano 5 giorni, tra il ricovero e il decesso 8 giorni. Per quanto riguarda i tre diversi periodi, si registra l’aumento dei decessi delle persone con tre o più patologie. Crescono, inoltre, i decessi delle persone anziane e con condizioni di salute preesistenti peggiori.











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