Se l’apice del processo partecipativo è stato l’Open Forum, Manduria ha avuto modo di mostrare uno spirito aperto all’incontro tra generazioni, alla progettazione partecipata e a un nuovo destino per l’area urbana
Il prossimo 11 marzo l’Amministrazione comunale di Manduria accoglierà una delegazione dei partecipanti al progetto Chiazza per la rigenerazione dell’ex mercato coperto di Manduria con l’obiettivo di confrontarsi sulle proposte progettuali ancora in fase provvisoria, nate dal percorso partecipato. La rete associativa urbana e una rappresentanza dei ragazzi delle scuole superiori, guidate da Naturalmente a Sud con il supporto operativo dei facilitatori di Comunitazione, hanno infatti attraversato un percorso di confronto e dialogo orientato ai progetti che ha avuto il culmine in un incontro digitale aperto alla città, l’Open Forum.
Organizzato lo scorso 20 febbraio con il coinvolgimento del Comune di Manduria per affrontare il tema delle sfide e delle opportunità della partecipazione, l’iniziativa ha rappresentato un momento chiave della progettazione con il racconto degli esiti del GoDeep Game, il gioco immersivo per l’esplorazione delle dinamiche di gruppo e la co-creazione. Ad emergere sono state le molteplici voci dei partecipanti, uniti nello spirito di un abbraccio ideale tra generazioni: i ragazzi e le ragazze delle scuole coinvolte, gli attivisti delle associazioni locali hanno infatti avuto modo di confrontarsi in un dialogo articolato con i cittadini e le cittadine di Manduria.
A guidare l’incontro i facilitatori Beatrice Leone, Giulio Ferretto e Marita Carrieri dell’associazione Comunitazione, che in questo tempo particolare hanno raccolto la sfida di reinventare la partecipazione con gli strumenti digitali. “Obiettivo di Comunitazione” ha spiegato Giulio “è creare uno spazio di confronto in cui l'espressione delle idee possa avvenire con metodi inusuali, diversi da quelli che si vivono nei social o in televisione, per imparare una nuova cultura della diversità”. Un Open Forum è infatti uno spazio pubblico nel quale una comunità può arrivare a conoscere meglio la diversità d’idee e sentimenti tra i propri membri, rispetto ad un tema d’interesse comune. In questo spazio ogni punto di vista è importante e benvenuto, non solo quello degli esperti sul tema. Gli esperti sono tutti i partecipanti, qualsiasi sia la loro posizione.
Diversi speakers si sono alternati per suggerire spunti di riflessioni e dare vita a questo scambio di opinioni in cui ognuno è stato libero di intervenire e prendere parola. Il primo intervento, un video dello scrittore-poeta Mandurino Vanni Schiavoni, ha portato una riflessione sull’importanza della parola capace di custodire il segreto della collaborazione e della socialità tra uomini, fondamentale nella creazione della comunità. Ha arricchito il vocabolario con i significati etimologici delle parole partecipazione (prendere parte) e contribuire (dare con gli altri per un vantaggio comune) spaziando tra i versi di grandi autori e detti popolari (“ogni pitruddu ozza pariti: anche la pietra più piccola costruisce un muro saldo”), spiegando come il contributo di ognuno è importante. A conclusione, un verso di De Andrè rivolto ai concittadini “quando si muore si muore soli, ma finché siamo in vita stiamo insieme! “
Le testimonianze di due delle partecipanti al GoDeep, Francesca Palumbo e Teresa D’Andria, entrambe 17 anni, hanno rappresentato le voci delle scuole coinvolte. Da anni attive nel campo del volontariato e dell'attivismo sociale e ambientale, Francesca e Teresa sono sensibili ai temi di cittadinanza attiva e hanno visto nel GoDeep un’opportunità per mettersi in gioco in questo periodo di incertezza causato dall’emergenza. Nonostante la paura iniziale di comunicare con gli adulti , le ragazze e i ragazzi hanno sentito che la differenza di età come una barriera artificiale che può essere superata. “Non è vero che gli adulti non possono sognare e che i giovani non hanno la testa sulle spalle.”, hanno dichiarato.Il dialogo è emerso come chiave di coesione tra le generazioni, in cui i giovani prendono per mano gli adulti e gli adulti condividono conoscenze in un gioco di squadra appassionante.
Tra gli interventi anche Daniela Bentivoglio, animatrice territoriale del Gal Terre del Primitivo e membro del gruppo culturale “Aracne”, con il racconto del percorso partecipativo Agorà per Uggiano Montefusco, frazione della città di Manduria. Un progetto interessato alle aree periferiche con il coinvolgimento della popolazione di tutte le sue fasce di età e interventi mirati per dare voce a tutti.
E se il ruolo dei processi partecipativi è avvertito a più livelli nella comunità di Manduria, rilevante è l’esperienza maturata in ambito amministrativo. Come ha avuto modo di ricordare Vito Andrea Mariggiò, vicesindaco di Manduria, la direzione è già stata indicata in Puglia dalla Legge Regionale 28 del 2017, nella quale la Regione promuove la partecipazione come diritto delle persone e individua dispositivi per favorire il coinvolgimento di cittadini e associazioni nel processo democratico. Un atto di indirizzo programmatico, ha ricordato Mariggiò, che gli enti locali sono chiamati a tradurre in pratica operativa.
E se l’ascolto da atto di buona educazione è diventato processo, come ha spiegato il vicesindaco, la capacità generativa della partecipazione non consiste solo nella restituzione di un progetto: comincia subito, dalla possibilità di instillare un dubbio nelle decisioni dell'amministrazione. Un intervento generativo, ha sottolineato Mariggiò, che non può concludersi in una semplice un’azione sporadica ma deve tradursi in pratica di sistema, capace di consentire conquiste rilevanti per tutta la città.
A Manduria, insomma, il cammino sembra tracciato, perché, come ha sottolineato Andrea Polimeno di Naturalmente a Sud, “le azioni calate dall’alto non sempre hanno successo a differenza delle proposte di comunità”. Il progetto Chiazza è andato proprio in questo senso: una palestra di partecipazione attiva che ha come punto di riferimento l’ex mercato coperto per la sua funzione di fucina di relazioni, spazio autentico in cui coltivare connessioni. In questo contesto di naturale vocazione allo scambio, ha spiegato Floriana Guida, il GoDeep, il gioco immersivo praticato per l'esplorazione delle dinamiche di relazione e l’emersione di proposte condivise, ha rappresentato un esperimento di ascolto e incontro tra generazioni, arrivato al culmine di un percorso già denso e intenso. Dopo le due edizioni di animazione del mercato, con il corner delle idee e le passeggiate di lettura partecipata con il poeta paesologo Franco Arminio, è stato questo il momento di esplorare il senso di appartenenza che un luogo chiave come la piazza coperta riesce ad animare. Un sentimento emerso con profondità nella seconda parte dell’Open Forum nello spazio corale aperto alla città.
Gli interventi hanno, infatti, restituito la pluralità e la vivacità dell'esperienza partecipata a Manduria. Ad emergere con evidenza sono stati soprattutto tre temi rilevanti: la capacità dello scambio tra generazioni di arricchire l'esperienza individuale e di gruppo, maturata nella reciproca scoperta di sensibilità e orientamenti comuni; il riconoscimento della vitalità della rete delle associazioni, descritte dal vicesindaco come cellule viventi di Manduria; la chiamata al ritorno esercitata dalla città e vissuta come vocazione al cambiamento.
Così se le voci adulte, tra cui Angela Greco dell’associazione Profilo Greco, Giuseppe De Sario di Legambiente, Ileana Tedesco guida Escursionistica Ambientale AIGAE e Anna Zingarello Pasanisi dell’associazione Vento Refolo, hanno raccontato lo scambio generazionale nell’ottica di chiamata alla fiducia, è stata l’immagine evocativa restituita dagli interventi iniziali delle ragazze partecipanti al Go Deep a fare da filo rosso tra gli interventi. Prendersi per mano per superare gli ostacoli di chi invita alla rinuncia e alla rassegnazione è il gesto da compiere per consentire ai processi partecipativi di lasciare il segno. Anche nel lungo termine. La vera difficoltà affrontata dalla rete delle associazioni, descritte dal vicesindaco come cellule viventi della città, è proprio questa: superare gli ostacoli percorrendo un cammino spesso lungo anni ma necessario, ha sottolineato Guida, per arrivare a una proposta progettuale. Ma la capacità arricchente dell’esperienza fuori Manduria, avvertita come un’esigenza di sperimentazione orientata, però, al ritorno, nelle posizioni espresse può fiorire proprio qui: nelle pratiche partecipative di progettazione e rigenerazione.
E se è adesso il momento del confronto, da condividere il prossimo 11 marzo, un risultato è già stato raggiunto. La comunità partecipante ha generato patrimonio diffuso, come descritto dalla sociologa Loredana Ingrosso, simile a una musica che risuona a tutti. E che a ciascuno rivolge lo stesso invito: buon cammino.
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