L’episodio raccontato da Vincenzo D’Acciò, ispettore di Polizia bitontino a Perugia, sul proprio profilo Facebook
«Ero nel solito supermercato, perso tra le corsie, intento a cercare invano un prodotto sullo scaffale.
Ad un tratto mi sento osservato, giro la testa verso sinistra e in fondo alla corsia vedo una bambina: avrà avuto una decina di anni, che mi fissa e sorride.
Incuriosito, ricambio il sorriso e penso che magari mi ha confuso con qualcun altro. La bambina va via ed io riprendo la vana ricerca di quello che mi serve sullo scaffale.
Ad un tratto la bambina è vicina a me, mi guarda e mi sorride timidamente.
Cerco di focalizzare il suo viso, cerco di ricordare dove ho incontrato quel viso che pian piano scava nella memoria.
Ad un tratto mentre ci guardiamo lei mi chiede: «Sei tu l’ispettore? Sono stata con te quando avete portato via di casa quell’uomo cattivo amico della mamma!».
Bang, adesso tutto è chiaro è passato del tempo, quasi due anni, ma ricordo l'accaduto.
La bambina continua a sorridermi, avrei voluto abbracciarla, ma l’unica cosa che sono riuscito a fare e allungare il braccio e accarezzarle la testina.
Mi guardo istintivamente attorno ed ecco vedo la mamma che, ad inizio corsia, mi sorride e ricambia il saluto e da lontano mi dice: «Parla spesso di lei».
Guardo la bambina che continua a sorridermi, le chiedo se va tutto bene, mi risponde; «Adesso si». Le accarezzo nuovamente il capo visibilmente bloccato come un cretino, forse lei capisce e mi saluta con un dolcissimo ciao. Ricambio e aspetto che si allontani, guardo la mamma la saluto con un cenno della mano, lei ricambia e va via.
Resto immobile, sono bloccato emotivamente, un brivido mi attraversa, un misto di gioia, amarezza, felicità. Non so ma è stato bello.
Tanti pensieri nella testa, ma una considerazione su tutte: nel bene o nel male sono fortunato, faccio un lavoro straordinario, pieno di brutture e disperazione, ma che ogni tanto mi permette anche di rendere felice una bambina».