Nella maggior parte dei casi gli anticorpi sviluppati sono andati persino oltre i limiti misurabili dalle apparecchiature utilizzate
Una indagine, tra le più grandi oggi in Italia, su 2497 operatori sanitari dell'ospedale Niguarda di Milano. Per il 62,6% livelli elevatissimi di anticorpi a 14 giorni dalla seconda somministrazione del vaccino di Pfizer. si tratta dello studio clinico Renaissance (REsponse to BNT162b2 COVID-19 vaccIne: short And long term immune reSponSe evAluatioN in healthCare workers) realizzato dall’Ospedale Niguarda in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. Studio che monitorerà la copertura a lungo termine con prelievi a 3, 6 e 12 mesi.
La risposta anticorpale riscontrata è stata molto alta: il 98.4% del totale dei vaccinati presi in esame ha sviluppato gli anticorpi attesi, mostrando titoli elevatissimi, nella maggior parte dei casi persino oltre i limiti misurabili dalle apparecchiature utilizzate.
“Si tratta di risultati estremamente positivi e incoraggianti – spiega Francesco Scaglione, Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda – anche al di sopra delle aspettative. Su 2.497 vaccinati sono stati individuati solo 4 soggetti non responder. Nello specifico si tratta di persone immunodepresse, con un trascorso di trapianti o patologie che implicano l’uso di farmaci che inibiscono la naturale risposta immunitaria dell’organismo. I risultati dello studio ci stimolano ancora di più a proseguire nell’impegno messo in atto per completare il protocollo vaccinale e a continuare con il monitoraggio sierologico della risposta anticorpale”.
Lo studio non è ancora concluso: gli operatori sanitari saranno infatti sottoposti ad ulteriori prelievi a 3, 6 e 12 mesi dalla seconda dose per monitorare la permanenza della risposta anticorpale nel tempo.