lunedì 25 novembre 2024


28/03/2021 19:39:58 - Manduria - Attualità

Ecco l’articolo a firma di Peppe Aquaro: «Giovanni Sanasi gestisce il bar dell’ospedale di Manduria ma ha già depositato quattro brevetti per le sue invenzioni anti spreco e utili come la stampella che sta in piedi e il tappo basculante per la bottiglia del latte»

Un barman dalla doppia vita. Dietro il bancone per tutta la giornata ed inventore, sempre dietro al bancone, nel suo laboratorio privato. Da frequentare nei ritagli di tempo. Che in questo anno di emergenza sanitaria, non sono mancati: «Sono fatto così. Non riesco a stare fermo: devo comunque fare qualcosa», dice Giovanni Sanasi, il 58enne gestore del bar dell’ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria, nel Tarantino. «Sono stato capo-operaio alla Montedison di Brindisi. Poi, negli anni ’80, con la liquidazione di mio padre siamo riusciti ad acquistare il bar dell’ospedale: un crocevia di gente, fino a un anno fa. Prima che il Covid riducesse il lavoro», ricorda Giovanni, inventore per caso ma con costanza. Quattro brevetti alle spalle pensando sempre al cliente finale.

Quanti germi sulla linguetta sulla lattina

Perché è sempre e soltanto una questione d’igiene. Soprattutto quando si maneggia una lattina, che l’inventore-sommelier ha pensato di imbottire con un cellophane particolarissimo: «Un giorno, ho portato una lattina di bibita in un ufficio di igiene: mi incuriosiva conoscere quanti germi patogeni albergassero sulla parte superiore, quella dalla quale si beve, e la cui linguetta di alluminio, una volta aperta, finisce sempre per contaminare il liquido». Risposta ovvia e che non vorrebbe mai sapere nessun bevitore dalla lattina. «Allora, mi sono detto: ma se provassimo a confezionare un involucro protettivo intorno alla lattina?».

Cellophane e cannuccia

«Per farlo occorreva avere a disposizione una macchina termoconfezionatrice, che ho acquistato di seconda mano per 1.500 euro: successivamente ho creato questo cellophane di amido di mais, assolutamente biocompostabile, e ho aggiunto anche una cannuccia biodegradabile di fianco alla lattina». A questo punto, siamo nel luglio del 2019, Sanasi invia la sua domanda di brevetto all’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico. Trascorrono diversi mesi, ma l’inventore pugliese non se ne sta con le mani in mano: riesce ad avere un appuntamento con un responsabile di un’azienda di Buccino, nel Salernitano, dove si produce la Pepsi: «La mia idea era anche piaciuta, ma poi non mi hanno più fatto sapere nulla».

Arriva il brevetto «Eccolo»

A un passo dalla possibilità di realizzare il confezionamento in serie delle lattine nel cellophane («Una ditta mantovana mi era sembrata molto ben disposta a darmi una mano»), ecco che tutto si ferma per il primo lockdown. Ma un anno dopo, lo scorso 10 marzo, il barman creativo non sta più nella pelle: la divisione VII dell’Ufficio italiano marche e brevetti gli scrive concedendogli il brevetto di “Eccolo”. Il quarto brevetto, dopo: “Ecco…qua”, il porta croissant; “La metà”, che è la mezza porzione della bustina di zucchero («Evitando spreco di prodotto: a vantaggio della salute e dell’Ambiente»); e “Magic opening”, il tappo basculante e autorichiudibile per la bottiglia del latte fresco da bar.

La stampella che sta in piedi da sola

C’è ancora un’altra invenzione, senza brevetto, ma utilissima: “Unica”, la stampella che non cade. «Quando ti avvicini con le stampelle al bancone di un bar, non sai mai dove appoggiarle: cascano sempre», ricorda Sanasi, il quale ha pensato di creare una stampella con un tre piedi nella parte finale, e apribile con un semplice colpo di polso. Ma non è tutto. Diversi anni fa, Sanasi colse al volo l’idea di un grande professore dell’ospedale di Manduria, primario del reparto di Medicina. «ll professore era un grande. Un giorno mi aveva consigliato di dedicarmi alla gelateria, il suo obiettivo era riuscire a fare un gelato per i diabetici. Lui compilava la ricetta ed io la realizzavo», ricorda Sanasi, che aggiunge: «Peccato non averci creduto di più in quel gelato di soia: poco tempo dopo, un’azienda specializzata in alimenti vegetali ha spaccato il mercato con la nostra idea». Sperando che qualcuno ora punti sulla sua speciale lattina con il cellophane, il barman assicura, sorridendo, che sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa. Persino incellofanare le stupende Mura messapiche di Manduria, risalenti al V secolo a.C. Certo che sarebbe originale. Del resto, Christo (l’artista che impacchettava i monumenti) non si è ancora fermato a Manduria.

Peppe Aquaro











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