Per una felicità diversa
Il mondo, ancora prigioniero di una vita “sospesa”, vive nella solitudine di un presente che dura da oltre un anno. Un tempo che sembra eterno e che ha cancellato i miti del narcisismo e dell’onnipotenza umana dell’era pre-Covid. Immagini sfumate di un mondo irrimediabilmente svanito.
Si spera che, con la vaccinazione in corso, il virus possa essere quanto prima sconfitto, anche se continueremo a portarne il senso, tra mascherine, vaccini e relazioni che risentiranno ancora della necessità di prudenza.
Ora però, soprattutto nella nostra provincia (in cui si assiste ad una recrudescenza estremamente preoccupante dei casi di positività), è quanto mai opportuno ritornare alle sane abitudini di un anno fa, quando la percezione del pericolo del contagio era molto più alta e rendeva tutti noi molto più prudenti. Sicuramente è difficile trovare uno spiraglio di novità, di vita nuova in questo contesto, ma è importante che questa situazione non passi inutilmente.
Oggi abbiamo, nella nostra provincia, tutte le strutture sanitarie sature. Eppure c’è chi sottovaluta ciò che sta accadendo. Serve maggiore senso di responsabilità, oltre ad un cambio di passo nelle vaccinazioni, per riappropriarci della serenità e della nostra vita.
In questa seconda Pasqua che trascorreremo sotto la … cappa della pandemia, il nostro augurio lo rivolgiamo soprattutto agli operatori sanitari, sempre in prima fila in questa dura battaglia contro il virus, e, più in generale, a tutti i nostri lettori.