Alla semifinale regionale del certamen hanno inoltre partecipato, per l’istituto manduriano, Miriam Perrucci, Alessandro Antonio Raganato, Alberto Dimitri, Diletta Romano e Francesca Sun
Grande soddisfazione per i risultati raggiunti dagli studenti del liceo “De Sanctis Galilei” di Manduria, guidato dal dirigente scolastico Maria Maddalena Di Maglie, alla gara delle “Olimpiadi di Italiano”, competizione nazionale e internazionale promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in sinergia con l’Accademia della Crusca e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, inserita nel Programma annuale di Valorizzazione delle Eccellenze del MIUR e giunta quest’anno alla sua decima edizione, in modalità online su piattaforma dedicata.
A salire in alto sul podio regionale è stato proprio uno studente del liceo, Marco Pesare, frequentante la classe 2B dell’indirizzo classico, risultato primo classificato della categoria junior nella graduatoria della regione Puglia, che ha guadagnato di diritto l’accesso alla Finale Nazionale della competizione. Alla semifinale regionale del certamen hanno inoltre partecipato per l’istituto manduriano, raggiungendo apprezzabili livelli nell’ambito della classifica generale, nella sezione junior, Miriam Perrucci, studentessa della classe prima A dell’indirizzo classico e Alessandro Antonio Raganato, studente della classe seconda B dell’indirizzo scientifico; nella sezione senior, Alberto Dimitri della classe quarta C dell’indirizzo linguistico, Diletta Romano della classe terza A dell’indirizzo classico e Francesca Sun, della classe quinta D dell’indirizzo scientifico.
Dal momento che non capita tutti i giorni di gareggiare fra i migliori d'Italia, abbiamo provato ad intervistare il primo classificato Marco Pesare, alla vigilia della gara nazionale che si terrà il prossimo 11 maggio, rivolgendogli alcune domande, finalizzate a conoscere e far conoscere i pensieri di un ragazzo, giunto a questo importante appuntamento.
Ciao Marco, per prima cosa ti faccio i miei complimenti per l’ottimo risultato raggiunto e approfitto per farti alcune domande, perché immaginiamo che a molti ragazzi piacerebbe saperne un po’ di più su di te .
Qual è la prima cosa che hai pensato non appena hai saputo dell’ottimo risultato raggiunto?
«Ci è voluto ovviamente un po' a metabolizzare tutto. Addirittura credevo che fosse uno scherzo. Consultando la classifica, poi, non capivo se fossi riuscito a raggiungere la finale o meno, quindi sono stato inizialmente semplicemente fiero del risultato in punteggio e tempo che avevo ottenuto. Però, una volta capito che ero riuscito ad arrivare alla finale nazionale, sono rimasto veramente di stucco, anche perché pensavo di aver svolto una prova tutto sommato mediocre; non è stato così, fortunatamente. Quindi, in sintesi, posso dire che è stata una grande sorpresa che mi ha reso orgoglioso di me stesso e del mio lavoro».
A chi hai per primo o per prima confidato questa vittoria?
«Ovviamente, i primi a saperlo sono stati i miei genitori e la mia famiglia in generale; poi ho comunicato la notizia anche alla mia classe e infine sono venuti a saperlo i professori, tramite la circolare d'istituto. Come si può immaginare, i miei familiari sono stati molto orgogliosi. Mi hanno “minacciato” di accompagnarmi a Roma con gli striscioni da stadio...».
Qual è stata la reazione dei tuoi compagni alla notizia?
«Come è normale fra amici, hanno tutti scherzato con me, con frasi del tipo: “Se dovessi vincere un premio in denaro, ricordati che ti abbiamo sempre supportato, anche nei momenti difficili...”, oppure: “Ora ti dovrò dare del lei?”. Poi è chiaro che queste battute sono stati i migliori complimenti per me, che non adoro essere osannato. Non ho fatto niente di speciale per gli altri, ed è giusto “prenderla con filosofia”».
E dei tuoi proff.?
«I professori si sono tutti congratulati, specialmente il prof. Cristian Pinto, mio attuale docente di italiano, e i referenti delle attività di istituto, la prof.ssa Mariele Biasi e soprattutto il prof. Vincenzo Fai, che è stato il mio docente di italiano l'anno scorso, e si è mostrato veramente orgoglioso del mio risultato; devo dire che il novanta per cento del merito va proprio al professore, poiché non penso che sarei riuscito a passare tutte queste prove senza i suoi insegnamenti».
Come trascorri il tuo tempo libero?
«In realtà, ho molti interessi, e spazio spesso in questi ambiti. So suonare (non troppo bene) la chitarra, ascolto molta musica, sono un grande appassionato di videogiochi e poi (quando si poteva) mi piaceva molto stare in compagnia dei miei amici, sia a scuola che fuori. Ora, gli unici modi per tenermi in contatto con loro sono i social e i videogiochi online».
Pensi che il modo in cui passi il tuo tempo libero possa in qual modo influire sul tuo “sapere”?
«Sì, forse anche di più della scuola in alcuni contesti. Per esempio, metà delle conoscenze che ho della lingua inglese derivano dalla musica e dai videogiochi. (Poi io non definirei "sapere" le mie conoscenze; sono solo un insieme di studio e svago che mi rappresentano come Marco Pesare)».
Quali sono i tuoi gusti musicali?
«Potrei dire che ascolto “un po' di tutto”: sembra una frase fatta, ma è davvero così. Io, in un giorno, posso ascoltare dalla musica elettronica degli anni Ottanta al rock spinto degli anni Duemila. Se volete il mio Spotify (mi faccio pubblicità da solo):
https://open.spotify.com/user/sqlf6c9mmkd92uwe40w58iadq?si=apkPwSMARJ6-KEvXHUqnFg».
Il tuo aforisma preferito?
«”A volte dorme più lo sveglio del dormiente”, di Aldo, Giovanni e Giacomo. A parte gli scherzi, “La felicità non è avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha”, di Oscar Wilde, grandissimo scrittore, anticonformista e senza peli sulla lingua».
Cosa “non sopporti” fare?
«Non sopporto l'idea di avere torto in un discorso, proprio non riesco ad accettare di non avere ragione».
Se fossi un supereroe vorresti essere …
«Posaman».
Pro e contro della didattica a distanza …
«PRO: Si resta a casa riducendo i contagi e i rischi di infezione.
CONTRO: Non si ha il contatto fisico con i compagni di classe, la componente migliore della scuola».
E infine qual pensi sia stato il segreto del tuo successo? Cosa suggeriresti a chi vorrebbe raggiungere il tuo stesso obiettivo?
«Ribadisco che credo di non aver fatto niente di spettacolare. Sono però molto orgoglioso del risultato che ho raggiunto; il “Primo di Puglia”, ancora non metabolizzo. Non ho nessun segreto, comunque. Posso solo consigliare a tutti di impegnarsi e sperare in bene, ricordando che, anche in caso di sconfitta, l'importante è aver partecipato e sapere di aver dato del proprio meglio per una buona riuscita personale».
Alberto Dimitri