«Grazie alla competenza e professionalità di quei medici, all’impegno di quegli infermieri, alle attenzioni e all’amorevolezza di quegli operatori socio-sanitari sanitari, alla correttezza e all’attenzione di ognuno dei tanti ausiliari che si sono avvicendati al mio capezzale: mi avete salvato la vita»
Mi chiamo Giovanni, ho 69 anni, e per 40 giorni la mia casa è stata un reparto d’ospedale.
L’ospedale Giannuzzi di Manduria, prima al pronto soccorso e poi al 4 piano Medicina, dove sono arrivato con una polmonite bilaterale dovuta al Covid e dal quale sono uscito… sulle mie gambe.
O forse dovrei dire sulle mie gambe e, insieme, su quelle dei medici, degli infermieri, degli OSS e degli ausiliari che si sono presi cura di me.
È a loro che vorrei dedicare questo mio pensiero.
È a loro che vorrei dire… grazie!
Alla competenza e professionalità di quei medici, all’impegno di quegli infermieri, alle attenzioni e all’amorevolezza di quegli operatori socio-sanitari sanitari, alla correttezza e all’attenzione di ognuno dei tanti ausiliari che si sono avvicendati al mio capezzale.
Grazie al Cielo continuano a esistere occhi che, pur stremati da turni impossibili, vegliano su di te, nelle loro tute da astronauta, cercando con la tutta la forza possibile di colmare quel senso di abbandono e di solitudine che attanaglia i pazienti colpiti da questo terribile virus.
Grazie al Cielo anche qui, nel nostro amato Sud Italia, ci sono strutture che funzionano. E il Giannuzzi ne è una dimostrazione!
Non basterebbero tutti i “grazie” del mondo per ripagarvi del lavoro svolto.
Mi avete salvato la vita. Ve ne sarò debitore sempre!
Con immensa stima,
Giovanni Alò