La vaccinazione del sindaco infiamma i lavori del Consiglio comunale: il resoconto
«Mi hanno somministrato il vaccino perché erano rimaste delle dosi inutilizzate. Non ho mai dichiarato di essere un operatore scolastico, quindi non sono né un furbetto, né un salta-fila».
Gregorio Pecoraro rompe il silenzio su questa vicenda. Lo fa durante i lavori del Consiglio comunale di ieri pomeriggio, replicando alla interrogazione presentata dal consigliere comunale progressista Domenico Sammarco.
«Il sindaco dichiari se è vero che il 27 febbraio scorso ha usufruito dell’inoculazione del vaccino anti-Covid e le circostanze che hanno reso possibile tale inoculazione: dichiarazioni, certificazioni, mansioni».
Questo il quesito posto dal consigliere Sammarco nell’interrogazione, al quale è seguita una durissima replica da parte del primo cittadino.
«Si tratta di una vicenda personale e non politica, che è stata resa pubblica alla faccia della privacy» le prime parole di Pecoraro. «Si, ho ricevuto la dose del vaccino e solo perché in quella giornata vi erano stati diversi rifiuti, che non sarebbero stati utilizzati. Non ho mai dichiarato di essere docente o personale scolastico. Non ho tolto, quindi, il vaccino ad altri e non mi si può considerare un furbetto. Peraltro si trattava di un vaccino Astrazeneca, che in quel periodo molti rifiutavano, appartenente al lotto che è poi stato ritirato in tutta Italia.
Avevo pensato, dopo la somministrazione del vaccino, di darne notizia alla città proprio per sensibilizzare i concittadini ad accettare il vaccino Astrazeneca. Non l’ho fatto, perché ho avuto il sospetto che la vicenda potesse poi essere strumentalizzata: i fatti mi hanno dato ragione.
Sono un cittadino fragile, ho compiuto 66 anni e mai mi sarei aspettato un attacco pretestuoso, che denota il livore che hai nei miei confronti. Nel precedente Consiglio comunale hai utilizzato termini irripetibili nei miei confronti» ha continuato Pecoraro riferendosi al consigliere Sammarco. «Mi dispiace per il Pd, che ha affidato a te la guida di una coalizione, ma state sicuri che i tanti attacchi che si susseguono non mi distoglieranno dall’impegno per rilanciare la nostra città. Tu sei un perdente e non potrai mai aspirare a diventare sindaco di Manduria».
Di tutt’altro tenore la replica di Domenico Sammarco.
«Mi accusi di livore, quando è lei che utilizza toni livorosi nei miei confronti» la risposta di Sammarco. «Non sarò livoroso neppure dopo questo suo attacco gratuito nei mie confronti. Lei ha sostenuto che non ha mai dichiarato di far parte del personale scolastico: a mio avviso, ha mentito anche oggi. Il Presidente della Repubblica ha atteso il proprio turno come ogni comune mortale prima di vaccinarsi. Ecco, le consiglio un bagno di umiltà».