lunedì 25 novembre 2024


24/05/2021 19:30:51 - Manduria - Attualità

«Ammettere un atto grave e immorale non è facile per nessuno»

«Faber est suae quisque fortunae».

Domenico Sammarco utilizza una massima latina (ciascuno è artefice della propria sorte) per replicare, senza alcun astio, alle accuse rivoltegli dal sindaco Gregorio Pecoraro nell’ultima seduta del Consiglio comunale. Ecco l’intero comunicato del consigliere comunale Sammarco.

«In seguito alla risposta da Lei ricevuta in Consiglio Comunale scorso, sull’inoculazione da Lei effettuata del vaccino covid-19, avendo ascoltato, pur con un certo rammarico, le parole piene di rancore e di odio che mi ha riservato, sento la necessità di rispondere a Lei ed alle persone che mi onorano del loro sostegno ed amicizia.

Mi preme precisare che nulla nel mio agire politico è stato mai finalizzato, né tantomeno lo sarà, ad un attacco personale verso qualcuno. Non è mio costume, né intendo che la politica, ambito in cui mi muovo da tempo per passione e con spirito di servizio, possa discernere dalle regole dell’educazione e del vivere civile.

Pertanto, ciò che Lei ritiene attacchi alla Sua persona altro non sono che critiche, ragionate e motivate, su atti amministrativi che, in qualità di consigliere d’opposizione, ho diritto e dovere di vagliare con attenzione evidenziandone aspetti positivi e negativi.

Credo di aver offerto innumerevoli manifestazioni del mio intento collaborativo nei confronti di questa amministrazione, sin dal primo istante, lavorando sollecitamente e lealmente nelle commissioni consiliari, comunicando la mia opinione, seppur talvolta contraria, su argomenti importanti per il territorio, in maniera sempre costruttiva e mai denigratoria, ma che purtroppo, spesso, non avendo ricevuto alcuna risposta, sono stato costretto a presentare ufficialmente in Consiglio Comunale.

Di tutto questo, caro Sindaco, nelle Sue parole non v’è traccia. Esiste solo un riferimento ad una campagna elettorale che, evidentemente, per Lei non si è ancora conclusa. Ritengo accuse gravissime, oltre che ovviamente infondate nei miei confronti, sostenere di essermi sostituito ai commissari in fantomatiche riunioni, di essere entrato come un padrone nel palazzo di città, oltre che quella di aver “sfruttato” l’immane tragedia della pandemia per farmi campagna elettorale. E questo mi ha ferito enormemente, caro Sindaco. Le ricordo che all’epoca ricoprivo ancora la carica di presidente della Pro Loco di Manduria, anch’essa, ahimè, da Lei ingiustamente vituperata prima e dopo la campagna elettorale. L’associazione, parte integrante del COC, aveva messo a disposizione i suoi volontari per aiutare i cittadini in difficoltà, fossero esse economiche o di salute. Se il volontariato nella Sua falsata visione è farsi campagna elettorale, Le rispondo che questo non può limitare ad agire chi, come me, crede che una città, e soprattutto Manduria, abbia bisogno di associazionismo che dia linfa al territorio con attività di supporto anche all’amministrazione.

Comprendo di certo l’importanza di tutelare la propria moralità e quella della Sua coalizione, di cui ha fatto bandiera in campagna elettorale, trovandosi oggi nella difficoltà di aver dovuto dare una risposta che, di fatto, La disonora. Ammettere un atto grave e immorale come l’aver mentito ai propri cittadini di aver abusato del proprio ruolo, non è facile per nessuno. Purtroppo però non sono io il soggetto verso il quale dovrebbe rivolgere il disprezzo che prova, non sono io ad averLe causato un danno di immagine così pesante. Mi sono attenuto a svolgere il mio dovere, limitato a riportare nella sede istituzionale appropriata una domanda più che legittima proveniente dalla cittadinanza che rappresento.

Perciò, al di là della Sua personale opinione e del Suo gratuito disprezzo nei miei confronti, io continuerò ad agire per il bene della comunità, collaborando con l’amministrazione quando produrrà atti in favore del nostro territorio e sarò vigile censore quando la Sua amministrazione arrecherà, con il suo agire, danni nei confronti dei cittadini manduriani.

Si ricordi, caro Sindaco, Faber est suae quisque fortunae!».

 

Il consigliere comunale

Domenico Sammarco











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