Ecco la seconda parte delle considerazioni sotto … l’ombrellone di Stefania Fanuli: «Questa serata, se un primato è riuscito a raggiungere, è stato quello delle critiche in negativo e nessun tipo di ricaduta virtuosa e positiva sul territorio»
«Ed eccomi qui a raccontare com’è andata…
Ieri sera, al parco archeologico, sono stata nell’esiguo pubblico pagante a vedere i grandiosi Avion Travel.
Professionisti di sicuro talento - e fin troppo pazienti nell’essere disposti ad aspettare di suonare in un luogo bellissimo ma semi deserto come quello contornato dalle nostre mura messapiche - i cinque artisti hanno “donato”, ai pochi presenti, emozioni e anche messaggi su cui riflettere, sia per i profondi e a tratti anche leggeri contenuti dei loro sontuosi brani, sia per un modo quanto possibile garbato di manifestare il loro disappunto. Dal palco infatti, il frontman Peppe Servillo non ha esitato a scoccare sottili frecciatine, per l’andamento dell’intera serata, rivolte all’organizzazione, mostrando anche insofferenza palese nei confronti del service per non ben chiari motivi…
La performance è stata purtroppo accorciata rispetto al previsto, risolvendosi in un’ora buona di pur accattivante spettacolo.
Il pubblico non ha fatto in tempo ad esultare per la vittoria della nazionale italiana - costretto, tra le altre cose, a ripiegare la visione dei rigori sui propri smartphone, per un improvviso crash nella connessione video del maxi schermo dove, fino a quel momento, si era potuto fruire della visione in streaming della partita - che, in tutta fretta, si è trovato ad assistere a presentazione e inizio del concerto della band campana, in quanto, come si suol dire, “s’era fatta ‘na certa”…
Spiazzati e confusi, abbiamo patito e gioito insieme, pazientato oltremodo nel subire una serata così strana, mozzata per certi versi del pieno godimento di entrambi gli eventi, sportivo e musicale, maldestramente coniugati.
Un festival, quello in cui siamo incappati io e mio marito per ben due sere, che offriva sicuramente spunti culturalmente pregevoli, ma che, a mio parere, aveva bisogno di diversa collocazione, temporale e logistica.
È mancata una “gestione esperta” e lungimirante, che fosse realmente capace di non lasciare nulla al caso, a fronte di un investimento economico non da poco, che se un primato è riuscito a raggiungere è stato quello delle critiche in negativo e nessun tipo di ricaduta virtuosa e positiva sul territorio.
A me spiace dirlo perché le intenzioni forse erano buone ma quelle da sole non bastano… e personalmente mi sono sentita parte di un’approssimazione che non mi appartiene e che ho sofferto e sopportato in alternativa al disertare l’evento, con conseguente relativa perdita dell’importo del biglietto d’ingresso acquistato in prevendita».
Stefania Fanuli