Il proprietario del bar del Giannuzzi: «Questo disciplinare rappresenta un risultato importante a lungo perseguito, che rafforza il sistemo produttivo, il valore e la professionalità degli operatori»
E’ una bevanda fredda, a base di caffè, molto comune, per la quale, però, sinora non esisteva un disciplinare che indicasse i vari passaggi della sua preparazione. Parliamo dell’espresso italiano in ghiaccio.
A colmare questa lacuna è stato il proprietario del bar dell’ospedale “Marianna Giannuzzi”, Giovanni Sanasi.
«Ho notato, viaggiando in vari posti d’Italia, che la preparazione del caffè in ghiaccio varia da bar in bar» la premessa di Giovanni Sanasi. «In molti casi, la preparazione è errata in alcuni passaggi e, di conseguenza, il gusto del prodotto finale viene compromesso. Ho allora deciso di elaborare il disciplinare ufficiale, che ho depositato presso la SIAE».
Prima di illustrare il procedimento corretto della preparazione del caffè in ghiaccio, Giovanni Sanasi si sofferma, brevemente, sulla origine storica della bevanda.
«E’ una bevanda fredda a base di caffè successivamente raffreddato grazie all’ausilio del ghiaccio, la cui preparazione è tipica del Salento» ricorda Giovanni. «L’origine è spagnola e si affermò nel Salento già agli inizi del XVII secolo. A dimostrazione di questa discendenza c’è il fatto che, come illustrato da alcuni documenti, agli inizi dell’80, anche a Otranto il caffè caldo veniva servito o con una buccia di limone verde o con la menta e un con pezzi di ghiaccio».
Ma veniamo alla ricetta. Questi gli ingredienti:
un caffè espresso (25-35 ml) certificato
oppure
bevanda calda (orzo, ginseng, gin miele, ginciock)-
Ghiaccio: quanto basta
Bicchieri: tumbler basso “Old fascioned”.
Questi i vari passaggi della preparazione, inseriti da Giovanni Sanasi nel disciplinare ufficiale e, poi, riprodotti anche in una elegante brochure.
«Occorre prendere un bicchiere tumbler basso “Old fascioned”.e riempirlo di ghiaccio secco appena preso dal freezer. Poi prepariamo un “espresso certificato” a regola d’arte. Quindi zuccheriamo l’espresso con lo zucchero liquido o con latte di mandorla. Con lo stirrer, raffreddiamo ben bene il bicchiere. Quindi con lo strainer eliminiamo l’acqua in eccesso. Versiamo l’espresso appena preparato e zuccherato nel bicchiere, servendo liscio.
Vi è un’altra opzione: con la macchina del caffè si soffia per 3-4 secondi, il tempo di creare una morbida e cremosa schiuma fine e vellutata in superficie».
Attento sempre scrupolosamente ad ogni dettaglio e con la sua ormai proverbiale creatività, Giovanni Sanasi, venendo incontro alle esigenze dei clienti (costretti a sorseggiare caffè in ghiaccio dal gusto differente nei vari bar di ogni città), ha inteso quindi racchiudere in un disciplinare il segreto di una bevanda apprezzata da tanti.
«Questo disciplinare rappresenta un risultato importante a lungo perseguito, che rafforza il sistemo produttivo, il valore e la professionalità degli operatori» il commento finale di Giovanni Sanasi. «E’ una maggiore garanzia al consumatore per un prodotto di qualità in qualsiasi posto e luogo della nostra Italia».