«Sia valorizzata turisticamente, realizzando un camminamento vetrato che garantisca la fruibilità turistica»
Una mozione sulla rarissima tomba venuta alla luce in via delle Mandorle d’Oro qualche anno fa, durante degli scavi per la posa in opera di infrastrutture primarie, è stata presentata dal consigliere comunale Pier Paolo Lamusta (Movimento Democratico con Manduria).
Ecco il testo.
«PREMESSO che
Il 24 luglio del 2018, durante dei saggi propedeutici ai lavori per la posa in opera delle condutture della rete del gas metano, in via delle Mandorle d’Oro a Manduria, a poche decine di metri dal parco archeologico, fu rinvenuta una preziosa tomba risalente al terzo-secondo secolo avanti Cristo; una sepoltura a fossa rettangolare con controfossa, priva dei lastroni di copertura, con cornice superiore che conserva “un motivo a meandro continuo realizzato nei colori rosso e blu (rari in archeologia) di finissima fattura, con pareti intonacate e dipinte che farebbe infine pensare a un monumento funerario con caratteristiche sia della civiltà messapica che magno greca e dunque un unicum nella storia dei ritrovamenti nella nostra città;
PRESO ATTO che
Secondo i principi generali del Codice dei beni culturali e del paesaggio:
1. Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici.
2. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà.
3. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati all’articolo 134, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge.
4. I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela;
PRESO ATTO INOLTRE CHE
l'articolo 2 del Codice dei Beni Culturali così specifica in materia di Tutela del patrimonio culturale;
1. La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione.
2.L’esercizio delle funzioni di tutela si esplica anche attraverso provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e comportamenti inerenti al patrimonio culturale;
RICORDANDO che
Il senso di abbandono e forse di disinteresse verso il patrimonio archeologico locale, nel tempo ha prodotto gravi conseguenze sulla tutela dello stesso patrimonio e ne ha favorito la dispersione, a favore di altre realtà dove intelligentemente, i nostri reperti di valore hanno arricchito le raccolte civiche;
CERTO che
Una proposta culturale di questo tipo, se adeguatamente sostenuta, andrebbe a costituire sicuramente un ulteriore fiore all’occhiello per la città;
CONSIDERATO dunque
Che tale ritrovamento, oltre che unico a Manduria, è raro anche in Italia in quanto le uniche tracce di tale portata li troviamo solo a Pompei e in Grecia e che recentemente l’Amministrazione comunale ha manifestato disponibilità in incontri virtuosi con esponenti della Soprintendenza, dimostrando di credere fermamente che Manduria deve ripartire dalle sue risorse culturali in quanto la nostra città infatti sta assumendo un’importanza sempre crescente per i ritrovamenti sia in mare che nel sottosuolo che ne dimostrano la centralità sul panorama storico e archeologico pugliese e che possono costituire occasione di crescita culturale ed occupazionale;
SI CHIEDE
Al sindaco e all’assessore alla Cultura di confrontarsi con la Soprintendenza per agevolare la visita da parte di residenti e turisti della suddetta tomba, magari proponendo un camminamento vetrato in quanto il vetro garantisce potenzialità materiche, fisiche e tecnologiche adeguate per valorizzare siti archeologici. L’uso del vetro infatti consente di avere un basso impatto visivo che contrasta con l’oggetto e permette di percepire interamente i resti, come se i visitatori potessero viverli e non semplicemente guardarli».
Il consigliere comunale
Pier Paolo Lamusta