La drammaticità registrata a causa dell’evento pandemico ha evidenziato l’importanza di un lavoro integrato e non escludente gli aspetti psicologici, affettivi e relazionali dall’intreccio con quelli biologici e somatici
È una task-force di 12 dirigenti psicologi psicoterapeuti che il direttore generale Stefano Rossi e il management aziendale della ASL Taranto, in sinergia con il Dipartimento di Salute Mentale, ha voluto rendere operativa in tutti i presidi ospedalieri del territorio Jonico (POC SS. Annunziata; P.O. San Giuseppe Moscati; P.O. Valle d’Itria; P.O. San Marco; P.O. Giannuzzi; P.O. San Pio).
La drammaticità registrata a causa dell’evento pandemico ha evidenziato l’importanza di un lavoro integrato e non escludente gli aspetti psicologici, affettivi e relazionali dall’intreccio con quelli biologici e somatici. Tale attenzione è divenuta un punto di forza nella Asl di Taranto, unica a livello regionale ma anche nazionale, a rendere strutturata una organizzazione di interventi psicologici che risponde alle tematiche sanitarie emergenti.
“La presenza di unità operative di Psicologia Clinica nelle realtà ospedaliere rappresenta una nuova linea operativa del Dipartimento di Salute Mentale - è quanto afferma il suo direttore Maria Nacci - Una ulteriore vision di integrazione e di collaborazione dei servizi all’utenza, al fine di rispondere al carico emotivo che risulta essere trasversale non solo all’utenza, ma anche alle famiglie, agli operatori ed all’organizzazione dei servizi ospedalieri”.
“L’accoglienza ricevuta da parte degli ospedali è stata di piena collaborazione - afferma Dora Chiloiro, dirigente responsabile dell’unità operativa di Psicologia Clinica - Abbiamo lavorato in sinergia con le direzioni mediche del POC e dei presidi ospedalieri che hanno colto immediatamente l’importanza degli interventi psicologici-clinici e psicoterapeutici, inoltre l’intera realtà ospedaliera ha confermato l’efficacia del lavoro di presa in carico e di cura globale del paziente”.
Il modello di intervento psicologico è stato definito attraverso un razionale che utilizza procedure cliniche specifiche, interventi specialistici sul campo, basati sull’evidenza scientifica e sulle Linee Guida Nazionali. Altro punto di forza è l’aver realizzato gli interventi in tutti gli Ospedali, seguendo i criteri della continuità e della replicabilità, che sanciscono la fruibilità del servizio per tutti gli utenti che accedono alle cure ospedaliere.
L’umanizzazione e la personalizzazione delle cure ospedaliere sono gli interventi che consentono la gestione del dolore, della traumaticità psicologica, dei trattamenti palliativi end-stage. Questi tra i modelli di intervento applicati.
Il presidio dell’unità operativa di Psicologia Clinica è la presenza psicologica nel Pronto Soccorso del MeCAU SS. Annunziata. Una risposta a quanto definito dalla conferenza Stato-Regioni, ma anche uno sguardo sanitario attento non solo alle specialistiche competenze dei medici ed infermieri dell’emergenza, sempre in prima linea, ma anche l’accoglienza del malato come “persona”, con le emozioni relative alla propria situazione fisica o connesse alla sua permanenza nel Pronto Soccorso.
La persona che accede al Pronto Soccorso vive uno stato di allerta, talvolta di terrore, per la propria incolumità. La prima domanda viene rivolta agli operatori del 118, il bisogno espresso è quello di una presa in carico e cura immediata. Nel tempo di attesa lo spazio del Pronto Soccorso diventa uno spazio di introspezione, uno spazio in cui i pensieri viaggiano tra il passato ed il futuro. L’ascolto psicologico al Pronto Soccorso consente al malato di essere accolto come persona a cui è consentito riconoscere le proprie emozioni del momento, la condivisione consente una maggiore tolleranza della frustrazione dell’attesa, migliora la gestione delle emozioni relative alla propria situazione fisica o connesse alla permanenza nel Pronto Soccorso. Le persone che sostano in questo luogo si percepiscono fragili, vulnerabili, spaventate.
Le luci illuminano corpi esposti a occhi e macchine, le gambe non possono consentire l’autonomia del movimento e della distanza sociale desiderata, la pelle è esposta, talvolta lacerata, e non protegge abbastanza il confine “psicologico” tra il dentro ed il fuori. Per meglio contestualizzare ed indirizzare l’intervento psicologico nel Pronto Soccorso è stato introdotto il modello del Triage Psicologico, rivolto alla precoce individuazione di eventi a valenza psicologica critica. Tale strumento di lavoro consente di rendere l’intervento responsivo sul piano psicologico e verificabile negli esiti. Tra gli ambiti di intervento nel Pronto Soccorso sono operativi azioni terapeutiche rivolte ai maltrattamenti, morte improvvisa, gravi incidenti, disturbi acuti dell’adattamento, condizioni di deriva sociale, reazioni di child-stress, ecc.
L’ascolto clinico di competenza, l’analisi dei bisogni, lo spazio delle emozioni, il rispetto della persona fragile, possono essere i collanti di una esperienza che, pur nella sua traumaticità come ogni malattia, può essere vissuta e declinata com-passione.