Con un pizzico di lungimiranza, si sarebbe potuto far eseguire i lavori durante la pausa estiva delle lezioni: dal 15 luglio, ma l’azienda appaltatrice è stata presente nel cantiere solo 5 giorni…
Non è una novità per Manduria: i problemi si affrontano solo quando l’acqua è abbondantemente arrivata alla gola!
Non fa eccezione la gestione dei lavori di riqualificazione, sicuramente necessari, che interesseranno la scuola dell’infanzia “Sacra Famiglia” dell’istituto comprensivo “Prudenzano”, benchè l’appalto sia stato aggiudicato in primavera.
Non sarà un caso, ad esempio, se Manduria è rimasta tagliata fuori dai due recenti bandi che prevedevano risorse per l’edilizia scolastica, dopo aver già perso, in questo stesso anno, i sostanziosi fondi finalizzati ad “interventi di adeguamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza Covid”? Tutti i comuni del circondario hanno ottenuto importanti finanziamenti, solo Manduria è rimasta ancora una volta in … bianco.
E per confermare tutto questo interesse verso il mondo della scuola, ecco che solo il 27 agosto (ovvero a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico) si convoca una riunione per cercare disperatamente di trovare una soluzione: in quali strutture dovranno frequentare le lezioni le classi del plesso “Sacra Famiglia”?
Ancora non è dato saperlo. Il Comune si è limitato a pubblicare un bando in cui si cercavano locali idonei, ben sapendo che a Manduria non ve ne sono. Probabilmente questo atto è servito più che altro a prepararsi un eventuale alibi…
Si arriva dunque a fine agosto e la soluzione ancora non c’è. Sapete infatti qual è stata la proposta dell’assessore al ramo? La peggiore delle soluzioni. Una soluzione che noi definiamo “spezzatino”: le 9 classi della “Sacra Famiglia” sarebbero suddivise e dirottate in tre strutture diverse dell’istituto comprensivo “Don Bosco”.
In altre parole, i bambini della scuola dell’Infanzia (3-5 anni di media) potrebbero frequentare le lezioni una parte insieme agli studenti della scuola media “Enrico Fermi” e le altre due parti in due distinti plessi della scuola primaria “Don Bosco”, uno dei quali ospiterebbe, pensate un po’, una sola classe. La soluzione, ovvero, più pasticciata che possa esserci… Gli alunni della scuola “Sacra Famiglia” sarebbero, insomma, doppiamente penalizzati (privati della loro sede non certo per colpe che possano addebitarsi alla scuola, e per giunta suddivisi in tre strutture diverse), con gravi problemi organizzativi sia per la scuola, che per i genitori stessi (chi abita nella zona della “Sacra Famiglia” e non dispone sempre di un’auto, come farebbe ad accompagnare bambini così piccoli in una zona così lontana?). Tutto questo, non lo dimentichiamo, in un periodo Covid, in cui le entrate vanno scaglionate e le scuole sono obbligate ad adottare tante altre misure di prevenzione del contagio. Ma anche questo, ormai, non ci meraviglia più...
Sarebbe bastato, lo ribadiamo, che l’ente appaltante avesse definito con attenzione il cronoprogramma dei lavori ben prima dall’inizio dei lavori ed avesse proposto all’azienda un calendario di fattibilità compatibile, come è ovvio che sia e come accade in migliaia di scuole, con lo svolgimento delle regolari attività didattiche: apertura del cantiere sin dai primi giorni di luglio e interventi interni da eseguire perentoriamente sino a metà settembre. In tal modo, si sarebbero limitati di molto i disagi a tutta la popolazione scolastica. Se è vero, come sostiene l’Amministrazione (ma noi ormai siamo abituati a essere diffidenti), che i lavori dovranno essere eseguiti entro gennaio…
Invece, da quel che ci risulta, la scuola tuttora non dispone di alcuna informazione certa, benchè più volte sollecitata, sui lavori da eseguire e, in più, ha appreso dell’aggiudicazione dell’appalto e quindi della necessità di aprire il cantiere solo nel mese di giugno con l’invito, ovviamente non accolto, di consegnare il plesso prima della fine delle lezioni. Le chiavi della struttura sono state quindi consegnate, ma da metà luglio ad oggi l’azienda, è stata presente solo cinque giorni.
La soluzione migliore, a questo punto e in questa situazione di emergenza, potrebbe essere quella di utilizzare uno dei tre padiglioni del “Don Bosco”, concentrando tutti gli alunni della “Sacra Famiglia” in una sola struttura. Soluzione che dovrebbe essere adottata dall’Amministrazione, unica proprietaria delle strutture, possibilmente d’intesa con l’altra scuola di Manduria, cui è richiesto, solo per qualche mese, un sacrificio.
Il nostro auspicio? Speriamo che, a dire l’ultima parola, sia il sindaco Gregorio Pecoraro o il presidente del Consiglio comunale Gregorio Dinoi, che si è mostrato decisamente più saggio (il buon senso, come ha sottolineato, porta necessariamente ad organizzare in modo distinto e ben regolato, la convivenza e la conseguente gestione di personale, famiglie ed alunni appartenenti a due scuole distinte, specie in periodo di emergenza Covid, piuttosto che la condivisione confusa degli stessi spazi, e la suddivisione non rispondente ad alcun tipo di criterio). Non a caso, a nostro avviso, Dinoi potrebbe ritornare ad essere un ottimo assessore di questa Amministrazione, qualora, come sembra, in autunno ci sarà un rimpasto.
Su questa vicenda, poi, saremmo curiosi di capire le posizioni dei gruppi di maggioranza e in particolare quella del gruppo GEA. Confidiamo soprattutto nei consiglieri di GEA: anticipate la verifica autunnale, perché Manduria non può più attendere…