La sua passione per la recitazione: l’attore manduriano riesce a unire intelligenza ed estro ad un’innata sensibilità
Ha viva, nelle vene, la passione per la recitazione e per tutto ciò che gira intorno ad essa. E’ talmente incantato e innamorato che la passione forse già c’era quando lui è venuto al mondo.
«Avevo 12 anni quando ho messo piede per la prima volta su un palcoscenico, ero un “ragazzino”» racconta di sé Claudio Cosimo Carrozzo, attore, molto più che per hobby, manduriano.
Da allora è trascorso tanto tempo e, con esso, ha preso spessore il percorso nel mondo della recitazione: qualità, oltre che quantità, per un artista maturato. Domenica 26 settembre, a Galatina, presso il convento delle Clarisse, vi sarà la “prima” di un altro lavoro di Claudio: si intitola “Amore eterno”, un lavoro scritto e diretto da Gino Brotto, e l’attore manduriano, oltre a recitare, ha svolto anche un importante ruolo tecnico (quello di assistente alla regia).
Tanto tempo è trascorso da quando Claudio ha avuto i primi approcci con la recitazione.
«A 12 anni, quando sono salito su quel palco per la prima volta, mi sono detto: “Ma io come faccio a ballare la tarantella di fronte a tutta questa gente?”» ricorda ancora Claudio. «Facevo la seconda media e una delle insegnanti che mi aveva scelto, mi disse: “Non ti preoccupare, vedrai che farai un ottima figura”.
E fu così che feci il mio primissimo ingresso sul palco. Quello spettacolo fu decisivo per quel ragazzino e decisi che in un modo o nell’altro avrei fatto l’attore».
Il primo ingresso su un palco di periferia fu un modo come un altro per rompere il ghiaccio e, nello stesso tempo, per allacciare un rapporto, quello con la recitazione, che, anno dopo anno, si è sempre più rafforzato, sino a diventare indissolubile.
Quei primi anni non furono facili.
«All’epoca era molto difficile recitare: nessuno mi appoggiava, nonostante mi confidassi spesso con mio padre. Era proprio lui il primo a prendermi in giro, perché, a suo avviso, nella vita bisognava imparare un vero mestiere e non perdere tempo per altro.
Mi ricordo di avergli detto: “Non so quando succederà, ma io prima o poi farò l’attore”.
Erano indubbiamente altri tempi e soprattutto altri modi di pensare».
Ma la tempra di Claudio era, già allora, solida. Pochi anni dopo ed ecco il ritorno alla recitazione.
«A 16 anni frequentai per due anni una palestra di danza, partecipando a diversi saggi teatrali. Nel frattempo ho sempre lavorato, ho fatto qualsiasi mestiere, dal garzone di falegnameria a quello di bottega meccanica, dall’impiantista di termosifoni, il cameriere al marmista, ecc...
Ma, all’età di 20 anni, arrivò il militare. Subito dopo iniziai a lavorare nel negozio di famiglia, così anche “la moda” diventò parte integrante della mia vita, appassionandomi anche a questa».
Dopo il lavoro, arriva anche la sua splendida famiglia.
«Mi sono sposato nel 1991 e oggi ho tre figlie, ho una mia attività commerciale nel campo della moda. Nel frattempo, un po’ per gli impegni familiari, un po’ per rassegnazione, avevo accantonato il sogno di svolgere in maniera abituale il lavoro d’attore».
Poi la svolta, alla base della quale c’è anche una delle sue tre figlie, alla quale è riuscito a trasmettere l’amore per la recitazione.
«Con gli anni, avendo forse trasmesso questa passione ad una delle mie figlie, in un modo o nell’altro mi sono riavvicinato al mondo teatrale, frequentando vari laboratori teatrali. Così ho iniziato a maturare varie esperienze nel cinema, in tv e in teatro, fino alla scrittura del mio manoscritto “Il Bimbo n° 1337”, un racconto/romanzo sulla Shoah».
Da allora è stato un crescendo. Indichiamo solo alcune delle tappe che hanno permesso a Claudio Cosimo Carrozzo di perfezionare il proprio talento.
Ha frequentato un workshop di recitazione con il maestro Mario Scaletta e un masterclass di recitazione con Alessandro Haber; poi ancora un laboratorio teatrale condotto dall’attore professionista Giorgio Consoli, allievo di Ronconi, incentrato su “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare (2016).
Tantissime le sue esperienza lavorative. Ha recitato, negli ultimi anni, in alcuni lavori teatrali che hanno avuto come regista Marianna Vinci: “Giocattoli all’opera” nel 2019, e “Frozen, il musical” nel 2017 e nel 2018. Ancora “Le baccanti” di Euripide, con la regia di Giorgio Consoli. In tv ha avuto un ruolo importante nella docu-fiction “Il caso Scazzi”, regia di Arcadio Cavalli, nell’ambito della serie “Il terzo indizio” di Rete4.
Infine, per il grande schermo, l’attore manduriano ha avuto un ruolo ne “L’ombra del lupo” con Cristopher Lambert e Maria Grazia Cucinotta e in “Charaktiras” con la regia di Clarizio.
Tantissime le interpretazioni in cortometraggi, molti dei quali hanno avuto come regista Gino Brotto. Il 2021, a dispetto della pandemia, è stato molto fecondo per l’attore manduriano, che ha recitato in “Amore eterno”, che sarà presentato il 26 settembre a Galatina, in “Regina” (ha fatto parte del cast tecnico e sua è stata la voce fuori campo) e in “True Love”, con il ruolo di protagonista.
Sorriso sincero, sguardo pulito, dolce, sensibile, concreto e molto maturo. Claudio Carrozzo, animato da un profondo e sincero amore per la recitazione, ha collezionato una serie di esperienze lavorative importanti. Recitare consente di scoprire sè stessi e di riuscire poi a elaborare al meglio la propria personalità, visto che attraverso i personaggi si esplora ogni parte di sé.
Con la recitazione, Claudio ha imparato a gestire le proprie emozioni, a sviluppare empatia e a usare al meglio la propria voce. La recitazione è nelle sue vene e l’attore manduriano riesce a unire intelligenza ed estro ad un’innata sensibilità, grazie anche allo studio e alla professionalità non improvvisata ma, costantemente ricercata; requisiti fondamentali e mai non scontati.
Qualità che sarà possibile ammirare nuovamente il 26 settembre nel cortometraggio “Amore eterno”, in cui veste i panni di un prete e contemporaneamente è assistente alla regia.
«Da qualche anno, sono stato scelto da un'agenzia per attori su Roma, non so se sono un bravo attore, ma sicuramente ci provo! Cerco di trasmettere a chi mi è vicino» conclude Claudio Cosimo Carrozzo, «che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, anche quando le speranze sembrano finite»