Persa un’altra opportunità di promozione turistica: cosa si aspetta ad effettuare il dragaggio
A volte tornano. A volte no.
Anche quest’anno in primavera si terrà il giro di Puglia: la più importante manifestazione velica della nostra regione ed un fiore all’occhiello di tutte le iniziative sportive del Salento. Arrivato quest’anno alla XVII edizione, il “Giro” partirà con alcune regate nel mar grande di Taranto il 17 aprile per poi proseguire il 25, quando la flotta partirà da Taranto per Gallipoli, e passerà nel cancello – indicato da una boa – che la Sezione della Lega Navale Italiana di Campomarino allestirà a pochi decine di metri dal porto.
Questo articolo è un omaggio agli amici sportivi che gareggeranno, a quel meraviglioso sport che è la vela. Un gesto che dovrebbe riempirmi esclusivamente di gioia, invece sono amareggiato nello scrivere.
Amareggiato, perché anche quest’anno il Giro di Puglia non si fermerà a Campomarino. E -cosa che mi addolora ancora di più- la tappa di Campomarino verrà saltata non perché sia giudicata inutile (tutt’altro) ma perché la cattiva gestione sta riducendo il porto in condizioni di difficile fruibilità
Il Giro di Puglia non si fermerà a Campomarino perché il fondale del porto di Campomarino è troppo basso per permettere il transito alle imbarcazioni da regata, che sono costrette a passare solo a pochi metri dal porto dirigendo verso Gallipoli.
Il fondale diventa sempre più basso per via della sabbia che entra nel porto. Ormai molte barche non hanno più la possibilità di ormeggiarsi nel porto. Il dragaggio del porto è ormai una necessità improcrastinabile. Ma questo però non avviene.
Perché? Cattiva gestione o - se preferite - incompetenza.
Il Giro di Puglia non si fermerà a Campomarino anche per l’eccessivo numero di imbarcazioni ormeggiate all’interno del porto. Una politica miope, che pensa esclusivamente ad ottenere il maggior profitto possibile da un canone di ormeggio (già fra i più elevati in zona) e che si dimentica di valorizzare quella dimensione sociale e l’impegno nei confronti del territorio che è parte integrante di quel patto di concessione per la gestione di un bene pubblico come il porto.
Taranto, Gallipoli, Trani, Brindisi sono alcune delle città che beneficeranno della visibilità di una manifestazione tra le più importanti della Vela, in Italia. Esserci in questi casi significa avere garantita la presenza di televisioni, radio e giornali. Gli equipaggi delle barche che sostano nel porto creano traffico ed opportunità turistiche in un periodo non di punta; soprattutto possono conoscere il nostro territorio e – perché no – tornare in estate.
E’ molto difficile, come Gruppo Vela della Sezione Lega Navale di Campomarino, essere attivi in campo agonistico nel nostro stesso territorio (pur partecipando con 3 barche al Campionato Mondiale ORC 2009 e classificandoci al 3° posto nella classifica a squadre della Brindisi-Corfù del 2009) e non potere promuovere la vela nel proprio territorio.
Chi è sufficientemente accorto si renderà conto che la “mala-gestione” odierna del Porto di Campomarino - che ha portato oggi all’ennesima esclusione dal “Giro di Puglia” - non è episodio recente, ma al contrario il risultato di anni (dal 2000, per la precisione) di gestione privata del porto, in concessione. Monopolistica.
Sta a noi cittadini vigilare e far notare quando l’interesse di pochi fa perdere importanti opportunità a favore del nostro territorio.
Opportunità che a volte tornano. A volte no.
Sezione di Campomarino di Maruggio
Porto di Campomarino, Maruggio (TA)
Presidente
Dott. C. Gustavo D'Ambrosio