Scontro durissimo fra il segretario regionale Blasi e l’on. Cinzia Capano
Si scatena la bagarre tra i Democratici attorno al caso di Michele Mazzarano, l’ex vicesegretario Pd coinvolto nelle intercettazioni della Sanitopoli pugliese ed eletto in consiglio regionale nonostante si fosse ritirato dalla campagna elettorale. Prima l’annuncio del diretto interessato (che dopo l’elezione ci avrebbe ripensato sul ritiro dalla scena), poi l’uscita del segretario Pd Sergio Blasi, che dopo aver sollecitato Mazzarano a fare un passo indietro, l’altro ieri ha rimarcato che non è tenuto a ritirarsi dal nuovo incarico, hanno fatto saltare sulla sedia la deputata Cinzia Capano: «Mazzarano è coinvolto nella vergognosa vicenda dell’intreccio tra escort, corruzione ed appalti nella sanità pugliese e a dette accuse ha replicato proclamando la sua innocenza ed assumendo l’impegno di ritirarsi dalla campagna elettorale. Mazzarano - dice - ha già tradito quell’impegno, mantenendo aperti i suoi comitati elettorali, organizzando comizi e tenendo comportamenti incompatibili con l’annunciata volontà di ritiro. L’annunzio di non voler mantenere fede all’impegno assunto disvela che si era trattato solo di un escamotage per spostare sulla volontà popolare il suo intento di tradire la parola data. Chiedo al segretario Blasi di non cambiare idea e di chiedere a Mazzarano il rispetto della parola data e di dimettersi immediatamente».
Blasi non se la tiene e va giù pesante, attaccando lo «sproloquio pubblico» interno al Pd: «Basta con i “fighetti” del partito pronti, comodamente seduti in salotto, a spendere giudizi e pronti solo a chiedere. Ma quando incominceranno a “dare” - tuona Blasi - dall’alto della loro nomina in Parlamento? Posso chiedere alla compagna democratica on. Capano quante volte è stata davanti ai cancelli dell’ex Agile o di altri stabilimenti in crisi? Il partito, nella chiarezza dei suoi organismi dirigenti - sottolinea - saprà chiedere ciò che deve chiedere a tutti!».
La replica non si fa attendere: «la volgarità della risposta di Blasi si commenta da sé. Posso solo ribadire la mia vergogna per il fatto che il segretario del mio partito - attacca la Capano - protegga chi tradisce la parola data ed insulti chi da tale amoralità si dissocia. Quanto al mio lavoro di parlamentare basta consultare il sito della Camera per trovarlo documentato ed in ogni caso non sapevo che recarsi davanti ai cancelli dell’ex Agile esonerasse i politici da rigore morale ed etica pubblica».
Alzano la voce anche quelli della mozione Marino: «la base del Pd della Puglia, quella che ha votato alle primarie dello scorso ottobre, si aspetta che Michele Mazzarano non entri in consiglio regionale, coerentemente con quanto lo stesso Mazzarano ha dichiarato. Considerata la grande attenzione riservata alla “questione morale” da parte di tutti coloro che durante il congresso si sono contesi la carica di segretario regionale - rimarca Enrico Fusco - è quanto mai necessario mettere in pratica le belle parole congressuali. Il cambio di rotta di Mazzarano sarebbe, non solo ingiustificabile presso l’opinione pubblica, ma inaccettabile sotto il profilo della serietà e della correttezza politica».
Quanto al richiamo di Blasi sul codice etico del partito (che prevede il ritiro solo in caso di misure cautelari, rinvio a giudizio o condanna), «ogni richiamo in tal senso, d’ora innanzi suonerebbe beffardo».
La deputata Paola Concia, della stessa area, va oltre, richiamandosi ai «rumors» circa la possibilità che Blasi entri nella giunta Vendola. E chiede che la discussione su un nuovo segretario regionale («sarebbero in atto grandi manovre») avvenga negli organismi preposti «in tempi brevissimi, anticipando quelli necessari al presidente Vendola per compilare la lista dei nuovi componenti della Giunta». Non ci sta, invece, il segretario provinciale del Pd foggiano Paolo Campo: visti i risultati del Pd sono «quanto meno fuori luogo i commenti che invocano una resa dei conti interna».
Ma a farsi vivi sono anche altri partiti: dopo il richiamo del segretario Idv Pierfelice Zazzera, che ha chiesto il rispetto dell’appello lanciato da Vendola affinché Mazzarano rinunci, Onofrio Introna (Sinistra Ecologia e Libertà) ci va più cauto: «il giudizio degli elettori ha un significato, sul piano politico vuol dire che hanno creduto in lui e nella sua estraneità ai fatti contestati. Le valutazioni -spiega - dovrà farle col suo partito. Non c’è un criterio oggettivo: c’è chi senza ricevere avvisi di garanzia si dimette e chi pur condannato resta nelle istituzioni. Sono garantista, penso che la politica non debba entrare nella privacy».