De Marco: «Se ci avesse ascoltato nel dicembre del 2007, ora l’opera sarebbe stata già cantierizzata»
«Non comprendiamo la posizione dell’Amministrazione di Sava. Nel dicembre del 2007 fummo noi a chiedere di individuare una posizione condivisa da tutti, ma Sava rifiutò di ascoltarci. Oggi che il Tar ha dato ragione a noi e che l’Acquedotto Pugliese ha revocato il bando del depuratore, chiedono di trovare una intesa preventiva con tutti i comuni della zona. Abbiamo perso inutilmente, insomma, due anni e mezzo».
Il sindaco di Avetrana, Mario De Marco, interviene nel dibattito che si è aperto a seguito della decisione dell’AQP di revocare il bando della gara per la realizzazione del depuratore consortile di Manduria, delle sue marine e di Sava, e a 24 ore dal summit che si terrà questa sera a Manduria fra i sindaci della zona.
«Quando tentammo noi di aprire un confronto affinchè fossero prese in considerazioni le nostre ragioni, Sava si chiuse a riccio» ricorda l’avv. De Marco. «Oggi emerge l’esigenza di Sava di trovare una intesa con tutti i comuni della zona, affinchè si superi questa fase e si proceda al più presto all’appalto dell’opera. Devo dedurre che alla base del cambiamento della posizione di Sava ci possa essere solo il ribaltamento delle posizioni: prima Sava si sentiva al sicuro e quindi non voleva ascoltare alcuna legittima rivendicazione dei centri limitrofi; ora, dopo il pronunciamento del Tar, ha bisogno di rinegoziare il tutto, pur di fare in fretta».
De Marco riepiloga la propria posizione.
«I nostri non sono capricci, né è populismo di bassa lega» sostiene De Marco. «Noi siamo seriamente preoccupati per quel che accadrebbe alla costa della nostra zona qualora si scaricassero a mare i liquami del depuratore trattati in Tabella 1. Pulsano è l’esempio reale di ciò che potrebbe accadere anche al tratto di costa interessato dal progetto. Stiamo parlando di un comune della nostra stessa provincia e quindi è verificabile da tutti il danno che uno scarico a mare di quel tipo provocherebbe al turismo (e di conseguenza all’intera economia) della zona. Bisogna quindi invertire la rotta. Puntando innanzitutto ad ottenere un impianto con tecnologie di depurazione più avanzate: ovvero quello con un trattamento dei reflui in Tabella 4. E, poi, dobbiamo fare in modo che le acque non siano scaricate a mare. Impossibile? Non è vero. A dicembre dello scorso anno a Noci è stato inaugurato un depuratore che prevede lo scarico in trincee drenanti. Impianto che è stato “occultato” con una costruzione che lo ha apparentemente trasformato, alla vista dei passanti, in una masseria fortificata.
Inoltre continuiamo a chiedere di spostare il depuratore in un altro luogo: non ha senso realizzarlo nelle vicinanze degli insediamenti turistici».