BRINDISI - La Asl chiede lo stato di emergenza dei pronto soccorso di Brindisi, Francavilla e Ostuni
L’on. D’Attis chiede l’intervento del ministro Schillaci
La Asl di Brindisi ha chiesto lo stato di emergenza per i pronto soccorso di Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni. Troppe le criticità riscontrate in tutta la provincia e pochi i medici per poter reggere l’afflusso di pazienti. Ha quindi inviato una lettera a Prefetto, presidente della Regione, assessorato regionale alla Salute.
La gravissima carenza di personale assegnato stabilmente al Pronto Soccorso, scrive la Asl, rischia di interrompere la specifica continuità assistenziale. Nei tre pronto soccorso della provincia di Brindisi ci sono 13 medici in tutto, di cui 7 di ruolo, a fronte di 45 unità previste dal piano triennale del fabbisogno di personale. Lo denuncia l’Ordine dei Medici secondo il quale l’impiego di personale inadeguato alla funzione di medico di emergenza ed urgenza non garantisce la sicurezza delle cure.
Sull’argomento è intervenuto anche il commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis.
«La Asl di Brindisi ha chiesto e ottenuto dalla Regione la dichiarazione di stato di emergenza per impossibilità di proseguire nell’erogazione del servizio sanitario: è una questione di gravità inaudita ed urge l’intervento del governo prima che si passi alla conta delle vittime. Ho già presentato interrogazioni sul punto, ma chiedo ora l’intervento del Ministro Schillaci e del sottosegretario Gemmato perché quanto sta accadendo in provincia di Brindisi richiede un’ispezione immediata. Lo stato di emergenza consente alla Asl di operare con una serie di deroghe per coprire il servizio anche con medici non specializzati, giusto per dirne una. A farne le spese, naturalmente, sarà l’utenza a cui non verrà garantito più un servizio sicuro, di qualità e affidabile. La competenza - oltre alla responsabilità- è della Regione, ma è chiaro che non si possa più continuare su questa linea e che spetti al governo intervenire per affrontare la situazione a tutela della salute dei cittadini. Ciò considerando, peraltro, che i fondi di cui dispone la Regione sono quelli trasferiti dallo Stato».