Crisi economica e nuova vertenza Taranto. Intervento del presidente della Provincia
«Ora basta. Lo chiedo con umiltà ma a voce alta: ora basta! Lo chiedo a tutti voi cittadini di Terra Ionica, a tutti noi donne e uomini delle istituzioni: ora basta, fermiamoci. Fermiamo la macchina del sospetto, del nichilismo, dell’invidia, del complotto, dell’odio. Facciamolo presto, ce lo chiede la drammatica situazione sociale e occupazionale della nostra terra: 33% di disoccupati a Taranto e 31% nel resto della provincia.
Accendiamo i motori della condivisione, della fiducia, della solidarietà.
Proviamo a credere possibile che solo facendoci meno male avremo più forza e fiducia per guardare avanti. Per guadagnare futuro non dobbiamo perdere presente. Grazie alla coscienza civile che è cresciuta prima di quella istituzionale, abbiamo fatto avanzare la strada della compatibilità ambientale, una sfida che stiamo vincendo e che dobbiamo definitivamente vincere. Le industrie non possono essere le nostre nemiche ma alleate per fronteggiare la crisi dell’oggi e guardare con più fiducia al domani. Un domani con più occupazione, valorizzando l’economia del mare, la portualità, la cultura, il turismo, la pratica del buon ambiente.
Stiamo lavorando per proporre a tutti, e tutti insieme condividere, una nuova vertenza Taranto con la quale chiedere che ci vengano compensati dallo Stato i 120 anni di totale dedizione del nostro territorio al servizio del Paese. Prima con il più grande arsenale militare d’Europa, poi con la cantieristica navale, dopo con la siderurgia e la raffinazione utili a sostenere la crescita italiana con il boom economico degli anni sessanta e settanta. Uniamoci, andiamo a chiedere al governo le giuste risposte, seppure in un momento di crisi generale.
Parliamo anche ai grandi investitori internazionali affinché considerino Taranto e Grottaglie (polo porto-aeroporto) come la più grande ed invitante piattaforma logistica del Mediterraneo. Agli imprenditori del settore turistico proponiamo le nostre bellezze di Terra Ionica. Crediamoci, fidiamoci, basta litigare fra di noi sulle nostre ricchezze e sulle nostre povertà. Uniamoci per organizzare il nostro futuro, per fare forte la nostra Terra Jonica Unica, per dare una speranza ai nostri figli.
Ora basta, regaliamoci una tregua, proviamo a volerci un po’ più di bene».
Gianni Florido