La testimonianza di Nazarena Savino, laureata con il massimo dei voti in Archeologia dopo aver affrontato una malattia
Nei giorni scorsi si è svolta a Lecce la seconda edizione del “Graduation day” dell’Università del Salento, evento dedicato ai neo laureati e laureate magistrali dell’Ateneo. Il corteo dei neo-dottori – con toga, “tocco” (il tradizionale copricapo dei laureati) e pergamena di laurea tra le mani - è partito dal complesso Studium 2000, ha percorso via Palmieri ed è giunto in piazza Duomo, dove si è svolta una cerimonia alla presenza dei rappresentanti istituzionali.
Fra gli interventi, il più toccante è stato quello di Nazarena Savino, 24 anni, originaria di Erchie, che lo scorso anno ha conseguito la laurea in Archeologia con il massimo dei voti presso l'Università del Salento.
«Ad appena diciotto anni ho dovuto confrontarmi con una malattia» ha ricordato Nazarena. «La mia vita è cambiata perché, da allora, sono costretta a muovermi su una carrozzina. Costanza e determinazione però mi hanno permesso di andare avanti. Di guardare oltre la disabilità. Ed ora sono una dottoressa.
Sono stata la studentessa più giovane di quelle premiate. La carrozzina è solo un ostacolo nel lungo cammino della vita. Sicuramente non ho realizzato tutti i miei progetti, ma questo mi ha insegnato che è sempre possibile cambiare i propri piani e che un traguardo resta tale anche se non è quello che ci eravamo prefissati all’inizio.
Le cose belle e brutte della vita contribuiscono a renderci le persone che siamo oggi. Ricordo ancora cosa mi venne detto quando ad appena 18 anni la malattia prese il sopravvento sulla mia vita, sradicandola dai suoi principi, cambiandola secondo le sue regole: “Ora che sei malata guarderai il mondo da una finestra” mi venne detto. A quelle parole io ci avevo creduto, avevo guardato i miei sogni andare in pezzi, mai avrei pensato di conseguire traguardi importanti come la laurea in archeologia col massimo dei voti a luglio scorso.
Mia madre era un’insegnante di scuola elementare e mi regalava giornali e riviste specializzate in archeologia. Così ho alimentato l’amore per questa materia. Durante i tempi universitari ho raccolto tante soddisfazioni da parte dei professori e dal mondo accademico. Un ringraziamento speciale, in particolare, lo rivolgo all’ufficio integrazione, alla dottoressa Paola Martino e alle ragazze Alessandra, Elisabetta ed Elisa che mi hanno accompagnato in questo percorso».