L’obiettivo è offrire a disabili e non autosufficienti una risposta efficiente per l’assistenza socio sanitaria al proprio domicilio
È stato presentato ieri mattina il protocollo operativo tra Asl Taranto e organizzazioni sindacali confederali per la realizzazione del servizio di cure domiciliari integrate in favore di persone disabili e non autosufficienti. Il protocollo permetterà di realizzare all’interno del Piano Sociale di Zona le cure domiciliari così come previste dalle leggi vigenti. Esso vincola le parti coinvolte a contribuire al raggiungimento degli obiettivi individuati dalle norme regionali grazie alla realizzazione, in forma integrata, di specifici interventi di cura presso il domicilio dell’assistito. Le cure domiciliari hanno, infatti, l’obiettivo di assicurare prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio assistenziali secondo piani individuali programmati. Sono previste non solo prestazioni di tipo medico, infermieristico e riabilitativo ma anche assistenza farmaceutica e accertamenti diagnostici e sono individuati tre livelli, sulla base delle necessità dell’assistito: il primo livello prevede interventi programmati fino a cinque giorni alla settimana; per il secondo livello, quindi casi più complessi, le prestazioni si articolano su sei giorni, mentre il terzo livello individua le prestazioni a favore di persone con patologie caratterizzate da elevato livello di complessità, instabilità clinica e sintomi di difficile controllo che richiedono interventi quotidiani, 7 giorni su 7. Tra questi, possono rientrare anche i malati oncologici e terminali, le persone che dipendono dalle macchine per le funzioni vitali e i pazienti affetti da SLA/SMA.
Un ruolo centrale è ricoperto dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta che, forte della conoscenza dell’assistito e delle sue condizioni, assume la responsabilità clinica del processo di cura, avviando il processo per la richiesta delle cure domiciliari attraverso una relazione inviata al Distretto Socio Sanitario di competenza. In questa relazione, il medico riporta la diagnosi clinica e le terapie, la condizione di non autosufficienza dell’assistito e il livello di dipendenza psico-fisica, con le motivazioni cliniche e assistenziali e le proposte di trattamento terapeutico-riabilitativo che rendono necessario il regime di assistenza richiesto. La richiesta di assistenza, corredata della documentazione medica, viene consegnata all’Ufficio Punto Unico di Accesso PUA che, valutata la completezza della documentazione e la complessità del caso, attiva l’Unità Valutativa Multidisciplinare (UVM) che, entro il termine massimo di 20 giorni dalla data della richiesta di accesso, fatte salve le procedure per l’accesso in urgenza e le dimissioni protette, esamina la domanda, effettua la valutazione del caso e cura l’elaborazione del Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI).
“Ogni attività di cura che favorisca la permanenza degli assistiti nel proprio ambiente di vita è fondamentale, perché consente loro una vita di relazione e evita ricoveri in centri o ospedali – ha affermato il direttore generale Asl Taranto, Vito Gregorio Colacicco – Poter restare nella propria casa, ricevendo l’assistenza necessaria, è un diritto per gli assistiti e il nostro impegno, insieme alle sigle sindacali, dimostra l’importanza che questo tema riveste per tutti noi.”