Un’opera ovale di 650 metri quadri dal costo complessivo di 100mila euro
Sarà inaugurato a Lecce il prossimo 29 settembre il Monumento del Bicentenario della Cavalleria. Un’opera ovale di 650 metri quadri dal costo complessivo di 100mila euro. Con un intervento di riqualificazione urbana l’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (Anac) sezione di Lecce saluta l’unica sede nazionale della Scuola di Cavalleria. Un’architettura realizzata in collaborazione tra Anac e Anci, Associazione Nazionale Arma Carristi Italiani, che nasce per celebrare appunto il Bicentenario della Cavalleria.
L’intervento progettato dallo studio iArchitettura di Alfredo Foresta con gli architetti Lorenzo D’Elia, Tiziana Panareo e Simone Schimera e finanziato da R.I. s.p.a.di Trepuzzi con il contributo Associazione volontari italiani del Sangue di Lecce ha come obiettivo quello di riqualificare una rotatoria in stato di abbandono situata nella zona periferica del capoluogo salentino, all’incrocio tra viale Grassi e viale della Repubblica al confine tra i quartieri San Pio e Ferrovia. Un simbolo d’arte che si inserisce in un panorama urbano periferico, pronto a vivere una stagione di riqualificazione; una sperimentazione ideata da Foresta, promossa dal direttivo ANAC e voluta dal Generale Dei, che vedrà, a breve, la realizzazione anche del Museo della Cavalleria lungo il muro della caserma Zappala.
L’idea ha avuto diversi aggiornamenti nella sua fase di realizzazione. Questa scultura è iconografica di un passaggio generazionale. Dalla cavalleria che portava i cannoni, passando al carrarmato finendo con il contemporaneo Leopard2000. Evocativo di quel Fiat2000 che per primo fu prodotto dall’industria italiana. L’obiettivo è quello di consentire a tutti di poter veder con gli occhi di un osservatore profano gli ingranaggi di una macchina del tempo. In grado di mettere in collegamento generazioni differenti.
Anche il logo ha assunto un significato speciale, figlio di un preciso disegno architettonico. Si tratta della proiezione geometrica della costruzione dell’ellissi, dove i raggi della costruzione diventano le direttrici dove andare a scrivere e proiettare dal foglio all’immaginario collettivo il significato del bicentenario. E’ quasi un logo che da una parte si inserisce nella tradizione barocca (l’ellisse), i raggi proiettati verso l’osservatore invece rappresentano un immagine futurista.
Il monumento del bicentenario rimarrà per 10 anni nella disponibilità dei committenti, salvo poi diventare bene di proprietà dell’amministrazione di Lecce. La scuola di Cavalleria è presente ed amata nel capuologo della tradizione barocca, così come dimostrato in occasione della pandemia quando sono stati vaccinati nell’hub della scuola mezzo milioni di salentini. Solo pochi giorni fa è arrivata ancora una pratica dimostrazione di collaborazione quando i Leopard cingolati (presenti nel campo di Torre Venere) sono partiti alla volta della marina di San Cataldo per spegnere i roghi che avevano già devastato 60 ettari di verde. Ecco perché l’intenzione è quella di ergere un monumento che non appartenga più a Lecce o al Salento ma diventi un oggetto di respiro nazionale dotato di valori universali, nell’auspicio di superare definitivamente una condizione di provincialismo.
L’epigarafe che sarà realizzata sull’installazione, per volontà dell’architetto Foresta e con la condivisione d’intenti di Anac e Anci, reciterà: «L’impronta mai doma, risponde presente all’Amor di Patria». La forma ovale, richiama la tradizione architettonica romanica. Si tratta di un esplicito richiamo alla spazialità della Roma barocca.