venerdì 22 novembre 2024


23/09/2023 14:16:11 - Provincia di Taranto - Attualità

«E’ solo nel 2022 che i dati sono finalmente nella norma, ma soprattutto sono riferiti ad una discarica chiusa nel lontano 2014 e che, quindi, già da anni i valori soglia non avrebbero dovuto esseri superati e da anni non si sarebbe più dovuto sentire quella puzza “di uova marce”»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato a firma del presidente del comitato “Attiva Lizzano” Giovanni Gentile.

«Spenti i riflettori dell’oceanica manifestazione del 14 luglio scorso, svolta a Lizzano contro la riapertura della discarica ex Vergine sita in località Palombara (isola amministrativa del Comune di Taranto), da un articolo pubblicato da un quotidiano dal titolo “Cattivi odori dalla discarica non superati i valori-soglia” apprendiamo che nella ex Vergine, ora di proprietà dell’impresa Lutum s.r.l., sono risultati sotto soglia i valori del solfuro di idrogeno H2S, un gas incolore “presente anche nel biogas di discarica, dall'odore caratteristico di uova marce”» è riportato nel comunicato che reca la firma del presidente comitato Attiva Lizzano, Giovanni Gentile.

È una notizia grandiosa che i cittadini aspettavano con trepidazione: sapere che per quella puzza “di uova marce” che subiscono ormai da anni, i valori sono nella norma, malgrado la discarica sia chiusa! È come dire a un naufrago che sta annegando: non ti preoccupare l’acqua di mare che bevi ha i valori nella norma. 

Ma è proprio vero che è tutto in regola? Non proprio. Intanto è solo nel 2022 che i dati sono finalmente nella norma, ma soprattutto sono riferiti ad una discarica chiusa nel lontano 2014 e che, quindi, già da anni i valori soglia non avrebbero dovuto esseri superati e da anni non si sarebbe più dovuto sentire quella puzza “di uova marce”.

Non solo. Quei valori riportati nell’articolo di 7 μg/m3 (microgrammi/metro cubo), per esposizioni di 8 ore e di 14 μg/m3 per un massimo di 15 minuti, sono soglie limite per l’esposizione professionale, cioè riguardano solo gli addetti ai lavori, non la popolazione generale che invece è esposta per 24 al giorno alle emissioni, tutti i giorni dell’anno e per sempre! 

Il mancato superamento dei valori soglia per le esposizioni professionali non ci dice nulla sul rischio per la salute per la popolazione in generale. 

Del resto, l’approfondimento tecnico-scientifico delle linee guida per la valutazione di impatto sanitario dell’Istituto Superiore di Sanità del 2022 è chiarissimo. Per la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) ci si riferisce alla “popolazione generale (al più considerando gruppi di popolazione più suscettibili come possono essere bambini, anziani o donne in gravidanza). Non ci si riferisce quindi ad esposizioni di tipo professionale […] I motivi sono molteplici e legati alla loro derivazione: innanzi tutto i lavoratori hanno un pattern di esposizione diverso da quello della popolazione generale, legata all’orario lavorativo; in secondo luogo si tratta di una popolazione con una variabilità minore in quanto costituita da individui sani, compresi in una fascia di età adulta e spesso è previsto l’uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) per limitare le esposizioni a rischio.”

In ogni caso, la sentenza del Consiglio di Stato n. 4588 del 10.09.2014 fissa il principio per il quale, a prescindere dal rispetto dei limiti inquinanti previsti dalla normativa sulle emissioni atmosferiche, se sulla base di adeguata documentazione scientifica, si dimostra persistere un probabile rischio sanitario per i cittadini residenti, l'autorità competente può negare l'autorizzazione o revocarla in fase di revisione/adeguamento. Questo è proprio il caso della Lutum che ha avviato la richiesta di AIA.

Non osiamo immaginare cosa accadrà se dovesse riaprire la ex Vergine, quando il volume di rifiuti conferiti in discarica previsti per l’attuale richiesta di AIA sarà più del triplo rispetto al 2005. Con questo aumento, si prospetta che arriverà un’altra montagna di rifiuti di circa 1.137.500 tonnellate. Per dare un’idea dei volumi di cui stiamo parlando, basti pensare che una grande portaerei ha un dislocamento di circa 30.000 tonnellate: questo significa che in quel fazzoletto di terra di Lizzano vogliono portare rifiuti del volume di 38 portaerei che diventano 76 se consideriamo quelli che ci sono già! Però i cattivi odori nel 2022 non hanno superato i valori-soglia. È una bella soddisfazione per i cittadini.

Contro la “riattivazione” della discarica si sono usati fiumi di inchiostro. 

Nel procedimento amministrativo avviato dalla Provincia di Taranto, grazie ad una capillare campagna di informazione svolta da Attiva Lizzano, sono state tantissime le osservazioni inviate da parte di enti, comuni, associazioni e comitati. Tutti hanno espresso parere contrario all’apertura della discarica ex Vergine, ad eccezione del Comune di Taranto. 

È pur vero che i cittadini di Lizzano non votano a Taranto, anche se per tutti l’art. 9 della Costituzione Italiana sancisce che la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e il successivo art. 32 “tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. 

Nel frattempo non è chiaro neanche se la richiesta della Lutum srl di “riattivazione di una installazione di smaltimento rifiuti non pericolosi (IPPC 5.3 e 5.4)” è afferente ai rifiuti urbani oppure a quelli speciali. Una precisazione di particolare importanza che Attiva Lizzano ha chiesto alla Provincia di Taranto rimasta, ad oggi, senza esito. Anzi, dalle controdeduzioni della Lutum del 23 agosto scorso apprendiamo che la società risponde “ovviamente trascurando le osservazioni palesemente non pertinenti”. Quindi a questa domanda, come tante altre formulate da Attiva Lizzano e non solo, non è stata data risposta, forse ritenuta “palesemente non pertinente”.

Si è anche proposto, invano, di attendere almeno il completamento dei lavori di messa in sicurezza e di prevenzione, prima di chiedere la riattivazione della discarica. La buona esecuzione di tali lavori “sarà attestata da tecnico abilitato” dice la Lutum. Se la canta e se la suona, dice un vecchio detto da queste parti. Eppure quei lavori rappresentano il minimo indispensabile per evitare danni ben maggiori al territorio e alla salute dei cittadini. Forse per qualcuno queste sono solo formalità, ma per i cittadini significa vivere e non sopravvivere. Rispettare il territorio e non stravolgerlo. In questo momento, da un lato c’è una richiesta di riaprire una mega discarica e dall’altro, ci sono in corso ben 5 progetti per disseminare 43 aerogeneratori giganteschi che arrivano a 236 metri di altezza (le c.d. pale eoliche). 

Lizzano, da terra di eccellenza del vino (apprezzata anche da Bruno Vespa che ha acquistato vigneti), rischia di diventare una terra di conquista dove seppellire i rifiuti provenienti da ogni dove, mentre gigantesche pale eoliche producono energia spargendo gli olezzi provenienti dalla discarica. Un paradiso che si può trasformare in un inferno».

 

Giovanni Gentile











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