Un illustre cittadino: Arthas il Grande
La sede della Soprintendenza ai Beni Archeologici, all’altezza del civico 112 di via XX Settembre in Manduria, che attualmente ospita la mostra “Oltre le mura”, è stata la cornice prescelta per la presentazione di un libro scritto da un nostro concittadino, il prof. Fernando Sammarco dal titolo “Arthas il Grande”.
Alla serata, che si è svolta il 23 giugno, hanno partecipato anche l’illustratrice della copertina del libro, prof.ssa Maria Luisa Barbuti, docente di Arte e Immagine presso la scuola media Marugj-Frank, e curatrice della copertina del testo, il dott. Eliano Bellanova, editore dell’Araba Fenice, ed il coordinatore, Sergio De Cillis, presidente della sede di Manduria dell’Archeoclub d’Italia. Ultima, ma non per questo meno
importante, la presenza di un parterre d’eccezione composto da docenti o ex docenti ormai in congedo di materie umanistiche, di arte, studiosi di storia locale e non.
importante, la presenza di un parterre d’eccezione composto da docenti o ex docenti ormai in congedo di materie umanistiche, di arte, studiosi di storia locale e non.
L’inaugurazione ufficiale dei lavori, affidata al dott. De Cillis, ha fatto da prologo all’intervento della prof.ssa Barbuti, che ha esordito con una puntualizzazione sul suo lavoro, un errata corrige necessaria ai fini di un’adeguata interpretazione dello studio condotto, già peraltro distorto in diverse occasioni. Le due immagini riprodotte sulla copertina e sul retro, riproducenti i volti dei protagonisti principali del testo epopea, Deiva ed il Re Arthas, decodificano, per la prima volta, da 2500 anni ad oggi, l’identikit della figura umana di stirpe messapica, che non ci ha tramandato alcuna testimonianza riguardante la raffigurazione della figura umana precedente a questo lavoro, per via di una scelta generalizzata da parte dei Messapi a favore di volti stilizzati, non sempre riconoscibili nel DNA artistico dell’arte tramandata, in cui sono invece presenti richiami geometrici quali losanghe e reticolati e soggetti fitoformi.
E’ da considerarsi, dunque, assolutamente inedita la raffigurazione dei due volti, calati in un realtà storico-artistica in cui sono assenti riferimenti ad una ritrattistica non confermati da testimonianze tramandate. Al contrario, lo studio capillare del melting pot delle culture venute in contatto con la civiltà messapica, arabi, saraceni, greci ecc., che hanno lasciato tracce profondissime nella storia salentina, ha escluso i tratti somatici abbondantemente riprodotti nell’arte di tutti i tempi di questi popoli, per
privilegiare dei tratti somatici marcatamente messapici, riconoscibili da tutti, sintesi dei reperti disseminati nei tanti musei che preservano quanto emerso nel corso dei diversi scavi archeologici.
privilegiare dei tratti somatici marcatamente messapici, riconoscibili da tutti, sintesi dei reperti disseminati nei tanti musei che preservano quanto emerso nel corso dei diversi scavi archeologici.
Segue l’intervento dell’autore, prof. Fernando Sammarco, che tra una citazione aulica e l’altra di fonti corroboranti la salentinità del suo protagonista, storicamente esistito,
tratteggia la figura del suo personaggio, vera e propria sfida nel panorama dell’editoria del momento, abituata a ben altri soggetti narrativi. Statista, guerriero, politico, mistico, guru dell’esoterismo, definito dal suo creatore: “un presidente di provincia in stretto rapporto con l’Obama di oggi, per finezza di linguaggio, per doti diplomatiche, per riconoscibilità di pensiero”.
tratteggia la figura del suo personaggio, vera e propria sfida nel panorama dell’editoria del momento, abituata a ben altri soggetti narrativi. Statista, guerriero, politico, mistico, guru dell’esoterismo, definito dal suo creatore: “un presidente di provincia in stretto rapporto con l’Obama di oggi, per finezza di linguaggio, per doti diplomatiche, per riconoscibilità di pensiero”.
Molti i paesi che ne rivendicano la paternità: da Alezio a Ugento, passando per Brindisi, Mesagne, Oria, fino a Manduria, nonostante molti studiosi interpellati nel corso della stesura dell’epopea vedano nella nostra cittadina, la culla che diede i natali a questo illustre personaggio.
Chiude i lavori l’editore Bellanova, che ripercorre la storia bibliografica di Fernando
Sammarco, arricchendola di esegesi filologiche, linguistiche, storiche ed interpretative, capaci di delineare i valori di civiltà antiche, ormai estranei alle società moderne, riguardanti il concetto di sacralità dei rapporti dei Messapi, con i popoli incontrati, origine di vicende storiche ancora affascinanti per la concretezza di una concezione legata al concetto di stabilità del potere.
Sammarco, arricchendola di esegesi filologiche, linguistiche, storiche ed interpretative, capaci di delineare i valori di civiltà antiche, ormai estranei alle società moderne, riguardanti il concetto di sacralità dei rapporti dei Messapi, con i popoli incontrati, origine di vicende storiche ancora affascinanti per la concretezza di una concezione legata al concetto di stabilità del potere.
Le domande rivolte ai relatori sono l’occasione per ripercorrere la grande storia del nostro Salento divenuta nel frattempo una risorsa preziosissima di enigmi ancora da sciogliere.
Mimmo Palummieri