Oltre una famiglia pugliese su tre (40%) ospita animali da compagnia, dato superiore a quello nazionale che si ferma al 33%. Ma la Puglia è anche una delle regioni più colpite dal fenomeno grave e triste dell’abbandono degli animali con un aumento del 20% nell’estate 2023
E’ boom in Puglia degli animali da affezione, soprattutto cani e gatti per un totale di 700.856 esemplari, ma la Puglia è anche una delle regioni più colpite dal fenomeno grave e triste dell’abbandono degli animali con un aumento del 20% nell’estate 2023.
E’ quando emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sui dati della banda dati dell’Anagrafe Animali d'Affezione del Ministero della Salute, che conta in Puglia 626.204 cani, 74.627 gatti e 25 furetti, in occasione della tradizionale benedizione di San’Antonio Abate, il patrono degli animali che il 17 gennaio vede il ripetersi del rito della benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti nelle case, nelle stalle, negli ovili e nei pollai.
Oltre una famiglia pugliese su tre (40%) ospita animali da compagnia, dato superiore a quello nazionale che si ferma al 33%, con il 62% di chi ospita animali domestici che spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro – evidenzia Coldiretti – e solo il 19% meno di 30 euro mensili, mentre il 15% di chi ha un animale gli dedica un budget che va dai 100 ai più di 300 euro al mese, secondo l’Eurispes. Ma c’è anche un 4% che sborsa più di 300 euro, una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente.
Sull’amore dei pugliesi per cani e gatti pesa però anche il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie. I trafficanti documentazione contraffatta che attesta la falsa origine italiana degli animali e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti, con i cuccioli il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti.
Ad esserne colpiti – continua Coldiretti – sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi. Quello dei cuccioli clandestini – conclude la Coldiretti – è un commercio che talvolta si realizza anche con la complicità di chi ricicla nel mercato legale animali di provenienza illegale.