Dalle sue parole «un incentivo ad alimentare la concentrazione e a mantenere saldo l’entusiasmo, e la fermezza di raggiungere obiettivi ben più consistenti»
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un intervento dell’ex d.s. del Manduria Piero Lochi,
«The day after.
Attraverso le immagini diffuse da Antenna Sud, ho seguito l’atteso evento della finale di Coppa Italia pugliese del nostro Manduria.
Ho seguito fino alla fine le gioie trasmesse da tutti i componenti della società: giocatori, tecnici, dirigenti e addetti vari. Sono andato a letto con la gioia di aver visto godere di felicità tutto l’ambiente calcistico della mia città, che meriterebbe sicuramente valori più importanti di quelli dilettantistici. Ma non è tempo di analisi e di ciò che potenzialmente ci auguriamo che possa essere!
Queste immagini mi hanno catapultato indietro nel tempo, quando godevo anche io in prima persona di immense gioie per traguardi raggiunti come la promozione diretta in Eccellenza dopo aver vinto il campionato con una squadra che esprimeva un calcio frizzante e spettacolare, oppure come salvezze raggiunte all’ultima giornata con sofferenza, ma che (probabilmente per questo) altamente esaltanti.
Sono contento e felice per la storia dell’U. G. Manduria, che è riuscito finalmente a trascrivere il proprio nome, nell’albo d’oro di questa competizione. Sono contento per la meravigliosa tifoseria, che impressiona tutti i palcoscenici che invade, con le sue coreografie, i suoi canti e il suo entusiasmo sempre coinvolgente, piena di iniziativa e partecipativa come sempre, specialmente quando la squadra ha bisogno del suo apporto!
Oggi però è il Day After, non c’è molto tempo per godersi una festa che se vogliamo analizzare a freddo è abbastanza effimera. Si, perché è vero abbiamo messo in bacheca un trofeo importante, ma proprio perché Manduria deve ambire a mete che fuoriescono dalla propria regione, questo trofeo non ci consente di fare nessun salto di qualità: ci dà fortunatamente modo di giocare una fase nazionale che potrebbe, se superata totalmente, dare la possibilità di partecipare ad un campionato nazionale!
Ci sono tutte le componenti per giocarsi appieno le proprie carte e confido nella convinzione di tutti per poter arrivare sino in fondo. Forse mi chiederete, da dove nasce questa mia analisi? Presto detto: io parlo per esperienza personale. Ho vinto anch’io una Coppa Italia di Eccellenza pugliese a Castellaneta e vi posso garantire che la gioia dura giusto il tempo per ricevere i complimenti dagli addetti ai lavori e dalle persone comuni, perché non si aspetta altro che disputare la successiva fase. E’ quella la soddisfazione e non in se per sé il trofeo vinto, perché poi capita come è capitato a noi in quell’anno, di essere eliminati nella fase nazionale (in quel caso, dal Nola, per vicende extra campo) e ciò che hai conquistato a livello regionale ti accorgi che non è servito a niente, che in cuor tuo non lo consideri più come un titolo conquistato, bensì come una tappa gioiosa, che rimane scritta è vero, ma vale una tappa. Vincere il tour è cosa ben diversa!
Questa mia analisi vuole essere un incentivo ad alimentare la concentrazione e a mantenere saldo l’entusiasmo, e la fermezza di raggiungere obiettivi ben più consistenti.
Ora e sempre: Forza Manduria!».
Piero Lochi