Nessun riferimento al padre
Sta tutto nel nome, l’epitaffio del piccolo Stefano. Anche sul marmo, in eterna memoria, comparirà la scritta apparsa sabato sui manifesti. Cancellato il cognome di Gianpiero, il padre infanticida. Sulla lapide ci saranno la foto dell’angioletto di Giorgilorio, quei riferimenti temporali di nascita e morte così inaccettabili e chissà quanti fiori bianchi. E ci saranno in particolare ventisei lettere: «Stefano di Angelica Bolognese». Un modo, il più diretto che esista, per ricordare a tutti che il cucciolo appartiene alla sua mamma. Solo a lei. Proprio come Angelica è unicamente del suo angelo.
Non ci saranno altre parole. Neppure tratte dal toccante saluto pronunciato sabato dalla donna: quelle frasi saranno affidate al figlioletto per sempre.
Prosegue fino in fondo la separazione degli affetti, tra le famiglie paterna e materna. I genitori di Gianpiero anche oggi, quasi certamente, saranno invitati a non esserci alla tumulazione, l'ultimo, straziante rito funebre. I familiari del bambino si ritroveranno stamattina nel cimitero di Lecce intorno alle 9.30. Dovrebbe esserci anche Angelica. Il condizionale è reso obbligatorio dalle condizioni di salute, non certo dalla volontà della giovane madre. Che già sabato pomeriggio era stata dimessa temporaneamente dal primario di Neurologia, Giorgio Trianni, per essere presente ai funerali del figlioletto. Subito dopo le esequie, la donna era rientrata in ospedale, accompagnata da mamma Rosanna e papà Roberto e costantemente assistita, oltre che da amici e personale del reparto, anche dai finanzieri, i colleghi di suo padre.
Stefano riposerà in una cappella nuovissima. Verrà seppellito nella zona moderna del cimitero di Lecce, ospite della confraternita di Sant'Eligio, l'associazione religiosa che ha come sua sede la chiesa di San Lazzaro. Una costruzione recente, che sorge su tre piani e che è dotata anche di ascensore. Il piccolo troverà posto in un loculo orizzontale, nella terza fila dell’ampia sala che si trova nel piano inferiore. Stamattina la cappella sarà aperta solo per l'occasione: non ci saranno occhi indiscreti. Oltre ad Angelica ed ai nonni materni, sarà presente anche don Antonio Murrone, il parroco di Giorgilorio che ha celebrato i funerali e che è stato accanto alla famiglia Bolognese dal primo momento.
Gianpiero Mele, intanto, continua a rimanere piantonato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Casarano. Ci è ritornato ieri, dopo l’intervento ai tendini delle braccia eseguito nella giornata di sabato nel reparto di Ortopedia dello stesso ospedale. Due punti di sutura per parte e poi il rientro nella stanza, guardato a vista dai carabinieri.
Mele rimarrà ancora lì, fino a quando i medici non decideranno che è pronto per il carcere.
Quello attende l’infanticida dopo che il gip ha convalidato l’arresto sposando in pieno le tesi del pm titolare dell’inchiesta, Guglielmo Cataldi. Nella convalida c’è l’aggravante dei futili motivi e della premeditazione.
Adesso si attendono le prossime mosse. Tra queste, la richiesta di una perizia psichiatrica che potrebbe essere presentata dai difensori di Mele, gli avvocati Gabriella Mastrolia ed Angelo Pallara.
La parte civile è invece rappresentata dagli avvocati Alessandro Stomeo e Salvatore Centonze