E i vertici Asl di Lecce si aumentano gli stipendi
«Egregio presidente Vendola, egregio assessore Fiore
Mi chiamo Ernesto Ciccarese e risiedo a Latiano. Vi scrivo avanzando una sorta di giuoco che gli esperti della comunicazione chiamano «role playing» (cambio di ruoli). Supponiamo che io sia un bracciante padre di due piccoli bimbi con moglie disoccupata (quasi uno standard della famiglia del sud), oppure che io sia un manovale edile o un pescatore. Da qualche mese il mio povero ginocchio, sempre più spesso, è dolorante per due, a volte tre, giorni alla settimana.
Questo fatto mi fa rimanere a casa senza che io possa andare a lavorare, senza che io possa percepire le mie 40 euro giornaliere a cui è legata la dignità della mia famiglia ed anche i sogni dei miei bambini. Il mio datore di lavoro mi ha fatto capire che ha bisogno di un lavoratore, come si dice oggi, «full time» e se il ginocchio non va bene - mi ha detto - che bisogna andare dal dottore. Ho seguito il suo “consiglio” e lo specialista mi ha prescritto una risonanza magnetica.
Al CUP di Latiano, dopo un’attenta ricerca, mi hanno detto che il primo giorno utile per effettuare l’esame è tra 123 giorni (quattro mesi ed un giorno). Un tempo d’attesa enorme per me, per il mantenimento del lavoro, per la mia famiglia, per le mie scarse risorse finanziarie, per i miei figli. Certo l’alternativa è rivolgermi ad un centro sanitario privato ma questo costa 177 euro.
Sarà la disperazione del momento ma sento la necessità di rivolgervi qualche domanda: il miglioramento del servizio sanitario, che permette ai politici di capitalizzare consensi alle elezioni, diverrà mai un reale progetto politico? Ed inoltre, il sistema sanitario serve per far fronte alle necessità sanitarie della cittadinanza oppure è solo uno strumento attraverso cui loschi imprenditori e corrotti politici si arricchiscono? Intanto io devo trovare la forza di vivere questi quattro mesi, devo riuscire a non barattare la mia dignità e quella della mia famiglia con la commiserazione di qualcuno che mi aiuti.
Egregio Presidente ed egregio Assessore, questo gioco delle parti mi ha permesso di denunciare un aspetto reale della sanità pugliese e le conseguenze che le vostre politiche provocano sulla gente che, sempre più spesso, vive questa sorta di esperienze in silenzio e con rassegnazione. Io invece ho scelto di vivere l’attesa diversamente, iniziando col contestarvi che questo stato delle cose, esasperando le differenze sociali tra i cittadini, si pone in piena contraddizione con quanto la vostra azione politica sostiene di favorire.
Pertanto, al di là dei dati sulla sanità pugliese che spesso sono manipolati dalle forze di governo e di opposizione a scopi elettorali o politici, ho reputato doveroso informarvi della mia esperienza poiché è importante che siano i cittadini, con il loro quotidiano vissuto a dipingere il reale volto della sanità, e le implicazioni che questa comporta sulle nostre vite».
Cordiali saluti
Ernesto Ciccarese