«Il compito prioritario dell’Amministrazione è quello di tutelare la salute della gente. Bisogna presentare un ricorso contro il Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Non basta sfilare in 15 persone lungo il corso…»
Sull’iter relativo all’ampliamento della volumetria della discarica, interviene il consigliere comunale indipendente Agostino Capogrosso.
«Non è dato sapere se sono state avviate azioni o reazioni da parte del Comune di Manduria» la premessa del consigliere comunale Agostino Capogrosso. «C’era una mezza intenzione di presentare un ricorso contro il Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale: speriamo sia stato fatto o che venga fatto. Anche perché non dimentichiamo che Comune, ARPA e Asl si sono espressi eccependo su diversi punti del progetto. Invece la Regione ha completamento snobbato i rilievi di tre enti diversi… Ha ritenuto che questi aspetti eccepiti non fossero rilevanti ai fini della sopraelevazione. Per me invece lo sono e anche tanto.
Non bisogna arrendersi. Perchè un parere sfavorevole da parte della Asl, sotto il profilo igienico-sanitario, non credo non possa essere considerato rilevante. C’è il parere di ARPA sul piano ambientale e anche questo è sfavorevole.
Ritengo che il ricorso debba essere presentato ugualmente. Il Comune resta il proprietario della discarica. Questo aspetto sembra non essere chiaro a molti. La società è il concessionario e il Comune è il proprietario dell’impianto.
Comune che dovrebbe procedere con delle analisi periodiche sui pozzi-spia ogni 3-6 mesi, incaricando dei laboratori accreditati. Con campionamenti e analisi si avrebbero dei dati che non sono di parte. Dato che possono poi essere utilizzati in un contradditorio. Questo al fine di tutelare la salute pubblica, che credo debba essere l’obiettivo primario di ogni Amministrazione. Dobbiamo dimostrare, con i fatti, di tenere alla salute della gente. Non certo con una sfilata di 15 persone da Sant’Angelo sino in piazza. Di fatto, non dimostriamo di tenerci».
Poi il consigliere Capogrosso si sofferma su una sentenza del Consiglio di Stato cui far riferimento nel ricorso.
«C’è una sentenza del Consiglio di Stato che ho trovato e che è anche recente. Basterebbe quella all’Amministrazione e al sindaco per poter procedere. Risale alla fine del 2021. Richiamando il principio di precauzione, quando sussistono delle incertezze o dei dubbi ragionevoli sulla portata dei rischi per le persone in merito ad un procedimento di ampliamento di una discarica, impone (nel nostro caso imporrebbe), l’adozione di misure di protezione, senza dover attendere che sia dimostrata l’effettiva esistenza o la gravità del rischio. Basterebbe questa sentenza per procedere con una ordinanza di chiusura».
Il consigliere Agostino Capogrosso si esprime anche su un altro iter estremamente travagliato e contestato: quello del depuratore.
«Ci sono ben tre ricorsi al Tar: due di privati e uno del Comune di Avetrana» ricorda l’ing. Capogrosso. «Un ricorso dei privati è relativo alla valutazione di impatto ambientale. Il secondo ricorso dei privati il riguarda il procedimento relativo alle trincee drenanti. Quello del Comune di Avetrana, infine, riguarda lo scarico nel bacino di Torre Colimena.
Questi tre ricorsi sono in attesa di giudizio. La prima udienza c’è stata il 6 febbraio scorso. Siamo in attesa di conoscere l’esito dei tre ricorsi. Quindi, la questione relativa al depuratore non è ancora chiusa».