«I tagli, per lo più, negli ospedali più piccoli»
«Non c'è dubbio che il piano di rientro» della sanità in Puglia «sarà doloroso». Lo ha detto oggi l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Tommaso Fiore, al termine della riunione di maggioranza per discutere di tagli dei posti negli ospedali pugliesi. I posti-letto da tagliare saranno circa 2.200 entro il 31 dicembre del 2012. «Noi prevediamo - ha sottolineato - 1.400 posti letto in meno nella prima fase, e una seconda fase con un ulteriore riduzione di 800 posti letto, per complessivi 2.200 posti letto».
L'assessore sta, inoltre, ipotizzando di inserire un ticket di un euro su ogni ricetta per disincentivare il ricorso all'acquisto di farmaci non indispensabili. Viviamo in uno scenario nel quale l'intero welfare è messo in discussione dalle politiche europee e nazionali - ha aggiunto Fiore - noi siamo un pezzo di questo sistema e anche noi abbiamo i nostri dolori. Quello di cui abbiamo discusso a lungo oggi è stato il fatto che noi dobbiamo comunque avere la capacità e il coraggio di trasformare questa situazione in una modernizzazione del sistema». «Il piano - ha sottolineato - si basa su una drastica riduzione dei posti letto all'interno della Regione che riguarda sia i piccoli ospedali che vanno o chiusi o riconvertiti, sia i grandi ospedali in cui prevediamo l'eliminazione dei raddoppi di divisione di unità operative».
«Abbiamo la necessità - ha detto ancora l'assessore - di coniugare questo sforzo di razionalizzazione del sistema con l'accelerazione di quegli investimenti che pure abbiamo messo nel territorio e che, per una serie di motivi anche legati a mie dificoltà, non sono riuscite ad andare a cottura».
Per Fiore, «è arrivato il momento di fare uno sforzo complessivo di sistema per cui le cose che abbiamo sempre detto, cioè la trasformazione della sanità da un sistema ospedalocentrico a un sistema che vede nel suo territorio il suo centro, passino dalle dichiarazioni di principio alla realtà».
ORE 20:25 - I TAGLI PER LO PIU' NEI PICCOLI OSPEDALI
Dei 2.200 posti-letto che saranno tagliati entro il 2012 negli ospedali pugliesi si è appreso in quali settori saranno eliminati solo di 800: 370 nel pubblico, 300 nel privato e 130 nelle strutture ecclesiastiche a convenzionamento obbligatorio. L'assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, ha spiegato che «gli elementi di tampone in questo piano robusto ci sono».
«Molti piccoli ospedali nella nostra regione - ha sottolineato - hanno una spesa per posto letto che oscilla tra i 290mila e i 220mila euro per posto letto l'anno. Al contrario i grandi ospedali hanno una spesa per posto letto nettamente inferiore ai 200mila euro per posto letto». «Siccome - ha aggiunto - noi ci siamo attestati su una spesa di 206 mila euro per posto letto, il fatto di andare a incidere su quelli più costosi permette un tampone per cui a regime sarà possibile, nel corso del tempo, andare a ritoccare verso il basso questo numero così drastico». Ogni posto letto tagliato farà recuperare il 30% dei 206mila euro l'anno che costa.
«Entro il 2011 - ha precisato l'assessore - si dovrebbero recuperare sulla ospedalità 90 mila euro, che arrivano a regime a 138 milioni». «Sui ticket - ha proseguito Fiore - l'idea è quella di mettere un euro di ticket su ogni ricetta, ma di esonerare da questo ticket alcune categorie di pazienti. Per esempio i neoplastici non devono pagare neanche l'euro». «Ora stiamo studiando meglio - ha aggiunto - il meccanismo di esenzione che noi vogliamo fare per patologia e non per reddito». «In Puglia - ha rilevato - c'è una iper ricettazione consistente. Noi dovremmo fare in Puglia 40 milioni di ricette l'anno invece siamo a 45 milioni».
Tutte queste proposte saranno portate lunedì prossimo a Roma in un incontro tecnico che non riguarda, a quanto si è appreso, il recupero dei 351 milioni di euro di deficit sanitario che - ha spiegato l'assessore al Bilancio della Regione Puglia, Michele Pelillo - «sono stati già coperti per metà con l'Irap e per metà con l'avanzo di amministrazione». Il taglio del numero dei posti letto - è stato spiegato - riguarda una legge nazionale che impone una riduzione del numero di ricoveri, portandone la percentuale in Puglia al 3,2. In pratica, ora in Puglia ci sono 215 ricoveri ogni mille abitanti, mentre bisognerà portarli a 170. Se la Puglia non rispetterà il piano nazionale, perderà 500 milioni di euro di trasferimenti del fondo sanitario 2010, che servono a pagare gli stipendi di tutto il personale che lavora nella sanità. «E pensare - ha concluso Pelillo - che abbiamo nella cassa della Regione tre miliardi e 100 milioni di euro che non possiamo toccare per i vincoli severi del Patto di stabilità imposto dal governo».
ORE 20:30 - VENDOLA, IL PIANO FITTO AVEVA EVIDENTI DIFETTI
«Il Piano di Fitto aveva molti difetti. Intanto conteneva l'errore di spaccare in due il sistema ospedaliero: parte chirurgica e parte medica. E poi aveva anche qualche elemento di discriminazione sociale». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se il piano di razionalizzazione sanitaria in corso assomigliasse a quello ipotizzato dall'attuale ministro per i Rapporto con le Regioni, Raffaele Fitto, quando era governatore della Puglia. «Perchè se tu tagli senza offrire una alternativa - ha spiegato Vendola - questo va male e i cittadini lo percepiscono come un fatto insopportabile».
«Io penso - ha spiegato - che noi dobbiamo invece spiegare ai cittadini che dobbiamo fare questi tagli siccome il governo nazionale ci mette la pistola alla tempia. E dobbiamo farli in una maniera tale che ci aiuti a rendere più efficiente e razionale la nostra sanità: investendo su ospedali di qualità e su una rete di servizi socio-sanitari diffusi sul territorio». «I criteri - ha spiegato - riguarderanno quei piccoli ospedali che rischiano a volte di essere ospedali solo di nome senza avere le caratteristiche di ospedali, senza l'infrastruttura tecnologica». «Ci sono luoghi che si chiamano ospedali - ha concluso Vendola - ma dove non si viene curati adeguatamente, e dove magari il ricovero costa il doppio di quanto costa in una grande ospedale dove ci sono le strutture e il personale specializzato che ti può curare per bene».